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David Solazzo, la morte del cooperante a Capo Verde è un mistero: “Rischio nuovo caso Regeni”

La morte di David Solazzo, giovane cooperante italiano trovato senza vita il primo maggio 2019 a Capo Verde, è ancora avvolta nel mistero. La famiglia non ha mai creduto alla versione del drammatico incidente domestico. Forse ora qualcosa si sta muovendo: alcuni documenti richiesti dalla procura di Roma alle autorità di Capo Verde sarebbero stati inviati.
A cura di Susanna Picone
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Sono trascorsi 15 mesi dalla morte del giovane cooperante fiorentino David Solazzo, avvenuta il primo maggio 2019 a Capo Verde, ma quello che è accaduto è ancora un mistero. A distanza di oltre un anno la sua famiglia esprime “sconcerto e rabbia per il silenzio che avvolge la sua morte”. Silenzio che rimproverano “alle istituzioni italiane e a quelle capoverdiane, alla polizia, alle autorità giudiziarie”. Ma qualcosa, secondo quanto può riferire l’Agi, si sta muovendo. Nelle ultime settimane alcuni documenti richiesti dalla procura di Roma alle autorità di Capo Verde sarebbero stati inviati. Trentuno anni, esperto in studi internazionali, David Solazzo era partito con l’intenzione di aiutare lo sviluppo del turismo nell’isola di Fogo, assieme al Cospe, una importante ong con progetti in 25 Paesi.

La morte di David Solazzo

Nella notte del primo maggio 2019 il giovane fiorentino venne trovato nell’appartamento dove alloggiava, riverso in una pozza di sangue: “Le tracce ematiche erano ovunque – il ricordo della sorella Alessandra all’Agi – dall’androne della residenza, alle scale”, dove gli schizzi sporcavano tutte le pareti, fino al divano e infine in bagno. Eppure David, che clinicamente è stato dichiarato morto per dissanguamento ‘non ha chiamato aiuto’”. La sua famiglia fin da subito non ha creduto alla versione del tragico incidente domestico, con cui l’autorità di Capo Verde ha liquidato la morte dell’italiano.

Per l'avvocato "si rischia un secondo caso Regeni"

In una lettera che i genitori di David Solazzo hanno scritto al Capo dello Stato Sergio Mattarella emerge il timore che la loro vicenda sia accostata a quella di Giulio Regeni: “Le chiediamo, Presidente, di poter fare tutto quanto nelle Sue possibilità intervenendo anche presso le autorità capoverdiane, affinché la morte di David possa trovare risposte serie e non rimanga un’altra pagina vuota che si aggiunge a quelle di numerosi altri giovani tragicamente scomparsi all’estero, mentre svolgevano il proprio lavoro e le proprie ricerche”. Il riferimento è proprio al ricercatore friulano ucciso in circostanze ancora misteriose al Cairo. L’avara collaborazione del governo d’Egitto nonostante le pressioni delle autorità italiane, “ci insegna molto” e trova un inquietante parallelo anche “nella storia di David”, dice l’avvocato della famiglia, Giovanni Conticelli, all’Agi. “Sappiamo che la Procura di Roma ha avviato una rogatoria, ma dalle informazioni in nostro possesso, la documentazione utile non è ancora arrivata: questo stallo va al di là dei normali tempi di indagine. Si rischia un secondo caso Regeni”, è il timore dell’avvocato.

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