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La virologa Ilaria Capua: “La seconda ondata di Coronavirus? È tutto nelle nostre mani”

La virologa Ilaria Capua, direttrice di un dipartimento dell’Emerging Pathogens Institute dell’Università della Florida, ha rilasciato una lunga intervista al quotidiano tedesco Der Tagesspiegel in cui ha fatto il punto sull’emergenza Coronavirus: “Il virus ha messo sotto pressione i sistemi sanitari, i dati demografici, i sistemi di trasporto, ha chiarito l’importanza dell’igiene, le regole da rispettare. È ora che sviluppiamo un modello che sia sostenibile per la nostra salute. La seconda ondata? Dipende da noi”.
A cura di Ida Artiaco
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"Se ci sarà o meno una seconda ondata di Coronavirus in autunno? Difficile dirlo, ma dipenderà da noi, è tutto nelle nostre mani". La virologa Ilaria Capua, direttrice di un dipartimento dell'Emerging Pathogens Institute dell'Università della Florida, fa il punto sullo stato dell'arte della pandemia di Covid-19, con alcune riflessioni su cosa potrà accadere a livello mondiale nei prossimi mesi, in una lunga intervista rilasciata nei giorni scorsi al quotidiano tedesco Der Tagesspiegel. L'esperta di origine italiana ha ricordato di come tutto è cominciato lo scorso gennaio in Cina, prima che l'infezione si diffondesse su scala globale. "Ho guardato i numeri cinesi – ha spiegato Capua -. Non appena ho capito che gli studenti avevano lasciato Wuhan, una megalopoli di undici milioni, per visitare i loro genitori per il capodanno cinese, le conseguenze erano chiare per me. Avevo capito che ci saremmo trovati di fronte una situazione di estrema gravità".

Dopo aver raccontato le sue scoperte scientifiche insieme alle scelte di vita, in primis essere una scienziata ed una madre allo stesso tempo, e il suo trasferimento dall'Italia in Florida nel 2016, Capua ha spiegato al giornale di Berlino che il vero problema della trasmissione del nuovo Coronavirus è stata la sua velocità. "Il morbillo ha impiegato migliaia di anni per colonizzare il pianeta, quando Sars-CoV-2 ci ha impiegato praticamente un giorno. Una volta che il virus è entrato attraverso le persone che aveva infettato sugli aerei, in breve tempo è arrivato dall'altra del globo. In più a differenza dell'influenza suina del 2008 non abbiamo gli anticorpi per poterci difendere, il che ha fatto scoppiare tutti i focolai che vediamo nel mondo". Alla domanda del giornalista tedesco se la pandemia sia una conseguenza del nostro stile di vita globalizzato, l'esperta non ha avuto dubbi: "Esattamente. Il virus ha messo sotto pressione i sistemi sanitari, i dati demografici, i sistemi di trasporto, ha chiarito l'importanza dell'igiene, le regole da rispettare, ha sollevato questioni etiche e sociali. E' stato una sorta di stress-test per la società moderna. Ora abbiamo la possibilità di sviluppare un modello per la salute che sia sostenibile. Io la chiamo salute circolare. Dobbiamo rispettare le regole biologiche e quelle del mondo animale. Altrimenti questo stesso ​​sistema imploderà".

Sulla questione vaccino, Capua ha sottolineato che "arriverà entro la fine dell'anno. Abbiamo la seconda ondata nelle nostre mani. Non possiamo cacciare il via il virus, ma imparare a conviverci e a proteggere i gruppi di persone più a rischio. Dobbiamo assicurarci che quest'ultime restino a casa il più possibile".

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