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75 anni fa nasceva John Lennon: un ritratto politico

Il 9 ottobre 1940 nasceva John Lennon: una carriera musicale folgorante, con i Beatles prima, e da solista dopo lo scioglimento del gruppo. Ma Lennon è stato molto di più: il simbolo eterno di un pacifismo senza confini né leggi, ma allo stesso tempo un uomo che credeva “nelle idee, più che negli ideali”. Oggi John Lennon avrebbe compiuto 75 anni.
A cura di Federica D'Alfonso
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Sono gli anni Cinquanta, e siamo a Woolton, un piccolo sobborgo a sud di Liverpool: gli anni Cinquanta in Inghilterra sono ancora ingrigiti dalla guerra e dalla crisi che chiudeva molte fabbriche, ma chissà per quale strada, le note scatenate del rock'n'roll arrivano, inaspettate e violente come una rivoluzione che batte alla porta e non aspetta la risposta. All'epoca John Lennon frequenta la Quarry Bank School, dove fra una lezione saltata e l'altra cerca chitarristi per la sua nuova band, i Quarryman. "Il rock'n'roll era reale. Tutto il resto era irreale. Quando avevo quindici anni era l'unica cosa, tra tutte, che potesse arrivare a me": abbandonato dal padre quando aveva appena due anni, separato in tenera età da una madre sregolata che perderà una seconda volta, per sempre, a soli diciotto anni, l'adolescente John trova un rifugio sicuro solo quella musica strampalata che viene da oltreoceano. "Con quella non ti guadagnerai mai da vivere!": è ormai storica la frase che la zia Mimì ripeteva costantemente ad un Lennon adolescente e ribelle che impara da solo a suonare la chitarra. Ma John non ascolta, e da lì a pochi anni diventerà parte di quel fenomeno musicale e culturale che sono stati i Beatles. Ma dire che John Lennon è stato solo "uno dei Beatles" sarebbe come raccontare la sua storia a metà: quell'avventura infatti per John durerà il tempo necessario per crescere, e per capire che oltre Liverpool c'è un mondo.

Ci sono gli Stati Uniti ad esempio, con le milioni di fans in delirio solo per loro, anche per lui. Ma sono già i Sessanta, e le cose cambiano troppo velocemente. Un'avventura come quella dei Beatles ti cambia troppo in fretta per non soffocarti: nel '65 John Lennon scrive "Help", una delle migliori canzoni che avesse scritto con i Fab Four, come diceva lui stesso. Dietro il ritmo spensierato un grande disagio, una grande incertezza che una mente inquieta come quella di Lennon non poteva sopportare ancora a lungo.

John Lennon nel 1960
John Lennon nel 1960

Se i Beatles o gli anni Sessanta hanno avuto un messaggio, era questo: impara a nuotare. Punto. E una volta che hai imparato, mettiti a nuotare. La gente che è rimasta ancorata ai Beatles e al sogno degli anni Sessanta ha perso di vista l'orizzonte non appena i Beatles e gli anni Sessanta sono diventati l'orizzonte. Portarseli dietro tutta la vita sarebbe come portarsi dietro Glenn Miller e la seconda guerra mondiale. Con questo non voglio dire che non si possano ascoltare con piacere Glenn Miller o i Beatles, ma vivere dentro quel sogno significa scegliere la via del tramonto.

"Unfinished Music: Two Virgins" è il primo album da solista di Lennon, ed esce nel 1968, mentre sulla leggenda dei Fab Four inizia a calare il sipario. Un sipario, per inciso, che resterà nella leggenda musicale: è dello stesso anno infatti l'album The Beatles (conosciuto come White Album, per via della copertina tutta bianca). Ma il modo di pensare di John Lennon sta iniziando a cambiare, e la copertina del suo primo lavoro solista lo testimonia. Una fotografia che fece epoca, come del resto tutto quello che era legato al nuovo binomio Lennon-Ono: i due sono raffigurati completamente nudi.

la copertina dell'album "Two Virgins"
la copertina dell'album "Two Virgins"

L'incontro fra John Lennon e Yoko Ono era avvenuto in una galleria d'arte londinese nel 1966: Lennon è in procinto di separarsi dalla moglie Cynthia Powell, dalla quale ha avuto da poco il suo primo figlio, Julian. La Ono era già un'artista affermata, proveniente da una ricca famiglia borghese giapponese, ed amica di maestri dell'avanguardia come John Cage e LaMonte Young. Una personalità complessa e controversa, ma molto, molto simile a quella di John. Le numerose testimonianze del periodo Lennon-Ono raccontano di una coppia affiatata, teneramente in sintonia ed unita come fossero un unico corpo, una sola mente. Se per molti è stata lei la responsabile della fine dei Beatles, e ancora oggi la si dipinge come avida sfruttatrice dell'eredità lennoniana, al di là delle congetture che in molti casi diventano mere leggende, una cosa è certa: fu come se Yoko completasse la sua voce. Il periodo vissuto insieme alla sua compagna inseparabile fu il più intenso, consapevole e maturo di tutta la breve vita di Lennon. Non soltanto musicalmente, ma umanamente e politicamente. Lennon non abbandona i Beatles a causa di una donna: Lennon abbandona i Beatles perché quel periodo della sua vita è terminato, concluso, e sta per iniziarne un altro.

John Lennon e Yoko Ono
John Lennon e Yoko Ono

Il 20 marzo del 1969 i due si sposano a Gibilterra, e al matrimonio segue la prima rivoluzionaria "uscita pubblica" dei due novelli sposi: "Bed In for Peace", una serie di dichiarazioni collettive contro la guerra in Vietnam, che i due decidono di concedere ai giornalisti direttamente dalle lenzuola del loro letto nell'hotel Hilton di Amsterdam. Un'esperienza entrata nell'immaginario come il simbolo della protesta pacifista, all'epoca guardata con sdegno e ironia dalla maggior parte dell'opinione pubblica. Perché qualcosa stava cambiando, non solo nella testa e nell'arte di Lennon. Quelli sono gli anni più feroci del massacro in Vietnam, feroci sui campi di battaglia tanto quanto nelle strade americane, dove milioni di ragazzi manifestano contro la guerra. Sono gli anni, già da tempo, delle Black Panther, degli attivismi politici estremi, ed anche gli anni di un FBI ossessionata dai nemici politici. Dunque il "Bed In" è un successo, ma gli Stati Uniti non permettono alla coppia di riproporre l'esperienza nel paese, e così i due si spostano a Montreal: da qui, Lennon continua a gridare a gran voce poche semplici parole. Amore. Pace. Lennon ha ridotto il concetto ad una semplice parola ripetuta all'infinito, una parola facile da comprendere, ma ascoltata dai più come un capriccio di una mente ingenua ed utopista. A questo periodo risale "Give Peace a Chance", il singolo destinato a diventare l'inno nazionale del movimento contro la guerra, quasi come "We Shall Overcome" era stato l'inno nazionale per i diritti civili.

Lennon e Ono durante il "Bed In For Peace" ad Amsterdam
Lennon e Ono durante il "Bed In For Peace" ad Amsterdam

Nel '69 Lennon restituisce il titolo di baronetto alla Regina, come atto di protesta contro la politica militarista del governo britannico. I '70 poi sono gli anni della rabbia, del Lennon che rinnega tutto e tutti: intona le note di "Working Class Hero" e "Power To The People", mentre in canzoni come "God" condanna senza mezzi termini tutto quello che lui stesso era stato. Che rinnegasse Dio, poco scandalo; i suoi dubbi a riguardo erano noti. Ma che rinnegasse Presley, Bob Dylan e gli stessi Beatles, poteva voler dire solo una cosa: John Lennon era diventato un'altra persona. La stessa che l'anno dopo regalerà al mondo "Imagine", mentre inizia una lunga e dura battaglia legale per l'immigrazione. "La ragione ufficiale è che in passato sono stato arrestato per possesso di marijuana in Inghilterra. Il vero motivo è che sono un pacifista": ai coniugi Lennon viene intimato di lasciare il paese, in quanto non è possibile concedere la cittadinanza a chi abbia la fedina penale sporca.

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Musicalmente il periodo a cavallo fra la fine dei Sessanta e l'inizio dei '70 è un periodo denso di esperienze più diverse: Lennon passerà dallo sperimentalismo folle del progetto Plastic One Band al pop d'autore degli ultimi dischi. Sempre, ovvio, accompagnato dall'ombra di Yoko Ono. Ma il vero problema in quegli anni non era la sua musica, diventata l'inno della protesta che ancora dilaniava il paese come una seconda guerra civile: il problema, per il governo americano, è la persona di John Lennon che parla, che appoggia apertamente le campagne anti Nixon e che stringe forti amicizie con gente del calibro di Abbie Hoffman e Jerry Rubin, oltre che con Bobby Seale, co-fondatore delle Black Panther.

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Ma John Lennon non faceva politica, era un artista, come ha sempre ribadito lui stesso. Non era un grande leader: "era stanco di essere stato un idolo, sapeva di non essere la risposta alle domande del mondo. Voleva semplicemente provocare la gente affinché ponesse le domande giuste". La provocazione di John Lennon, e di quanti in quel periodo comprendono il potenziale del suo messaggio, tocca l'apice nel 1972, quando Steve Wonder, Bob Seger e gli stessi Ono e Lennon salgono su un palco nel Michigan, e cantano per la liberazione di John Sinclair, un'attivista americano condannato a 10 anni di galera per possesso di marijuana. Gli agenti dell'FBI sono fra il pubblico, e prendono nota dei testi: John Lennon inizia a diventare pericoloso.

John Lennon e Yoko Ono insieme al "John Sinclair Freedom Rally", 1972
John Lennon e Yoko Ono insieme al "John Sinclair Freedom Rally", 1972

Per anni poi, il silenzio. Il giorno del suo trentacinquesimo compleanno, il 9 ottobre 1975, nasce suo figlio Sean, e quello stesso giorno vince la causa legale che ormai da anni minaccia di allontanarlo per sempre dagli Stati Uniti. Da quel momento, John decide di fare il padre, di vivere quella famiglia che non ha mai realmente avuto da ragazzo: "ogni tanto quel mio lato emerge ancora, perché è strana la vita. Ma in generale ora ho una mia famiglia. La mia famiglia è Yoko, e mi ha risarcito di tutto quel dolore".

la copertina di "Double Fantasy"
la copertina di "Double Fantasy"

Doveva essere l'inizio: l'album "Double Fantasy" arriva nel 1980, pochi mesi prima di quello strano 8 dicembre. "Questo disco celebra la mia rinascita, la nuova vita che lei mi ha regalato, la salvezza da alcool, droga e sesso". Doveva essere l'inizio, un nuovo inizio per Lennon, e invece dopo soli tre mesi verrà ucciso. La copertina dell'album immortala l'ultimo, famoso bacio fra Lennon e Ono. La foto è stata scattata da Kishin Shinoyama, famoso fotografo e amico di Yoko Ono: "Una sera andammo a cena da Mr. Chow, e Yoko dovette assentarsi per una lunga telefonata di lavoro. Parlammo, e scoprimmo di avere la stessa età, quarant'anni. Mi disse che per lui quello era un momento di svolta, che aveva voglia di dimenticare il passato con tutto il suo successo e il bagaglio di emozioni che si portava dietro, e ricominciare."

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