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165 anni fa la prima edizione di “Moby Dick”, da fiasco commerciale a capolavoro assoluto

Il 18 ottobre del 1851 veniva pubblicato, col titolo “The whale”, la prima edizione di “Moby Dick”, capolavoro di Herman Melville . Eppure non tutti sanno che quel volume, la cui prima edizione è conservata alla New York Public Library, fu un totale e disastroso fiasco editoriale.
A cura di Redazione Cultura
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Frontespizio della prima edizione di "Moby Dick" del 1851
Frontespizio della prima edizione di "Moby Dick" del 1851

Era il 18 ottobre del 1851 quando l'editore londinese Richard Bentley pubblico la prima edizione di "The Whale", la balena. Tre volumi di un testo più che rimaneggiato rispetto alla versione che tutti conosciamo, quella prima edizione del capolavoro di Herman Melville è oggi conservato alla New York Public Library.

Da quel giorno sono passati oggi 165 anni, un'eternità per un romanzo. Quasi tutta la critica è concorde nel considerarlo il capolavoro della letteratura americana, amato da scrittori, filosofi, storici, lettori comuni, la storia della balena bianca e del capitano Achab è entrata a far parte nell'immaginario collettivo così in profondità da essere conosciuta anche da chi il libro non lo ha mai letto per davvero.

Circa un mese più tardi, infatti, Harper & Collins di New York lo ristampò in unico volume, intitolandolo "Moby Dick". Nel passaggio da un'edizione a un'altra (nella prima molti brani erano stati auto-censurati dallo stesso Melville che li riteneva troppo ricchi di oscenità) ci furono però diversi errori di copiatura e cambiamenti non voluti dall'autore.

L'insuccesso editoriale

Il romanzo, dedicato all'amico Nathaniel Hawthorne, fu accolto assai tiepidamente dai lettori: alla morte di Melville, nel 1891, ne furono vendute poco più di tremila copie. Poco dopo l'uscita del romanzo, Melville ebbe modo di leggere le recensioni, in generale assai poco lusinghiere, dedicate dalla stampa americana e britannica a quello che solo parecchi decenni più tardi sarebbe stato consacrato come il suo capolavoro. Allo stesso tempo, si rese conto del fatto che Moby Dick si avviava a essere un nuovo insuccesso commerciale e che la sua ambizione di guadagnarsi da vivere come scrittore continuava a scontrarsi con la natura del pubblico e del mercato editoriale dell’epoca. Un paio di anni prima, in una lettera al suocero Lemuel Shaw, giudice della Corte Suprema del Massachusetts, Melville aveva affermato che «il mio più grande desiderio è scrivere quel genere di libri di cui si parla come ‘fallimenti’».

La traduzione in italiano

Moby Dick fu tradotto in italiano per la prima volta nel 1930 dallo scrittore Cesare Pavese che non riuscì a farlo pubblicare. Solo nel 1932 l'editore Carlo Frassinelli lo fece stampare nella sua neonata casa editrice come primo titolo della collana Biblioteca europea diretta da Franco Antonicelli. La prima traduzione integrale italiana fu di Pietro Meneghelli, nel 1995, per le edizioni Newton. A fine 2015, per Einaudi, è stata pubblicata un nuova traduzione integrale italiana, opera di Ottavio Fatica.

Di cosa parla davvero Moby Dick?

Tutti sanno di cosa tratta: della caccia a una balena bianca di nome Moby Dick da parte del capitano Achab e dell'equipaggio della sua nave, il Pequod. In questi ultimi 165 anni, il romanzo, però, è stato interpretato nei modi più diversi. La dimensione fuori dal tempo e dallo spazio in cui veleggia il Pequod ha dato adito alle più diverse visioni letterarie e filosofiche. Lo aveva compreso perfettamente il primo traduttore italiano del capolavoro di Melville, Cesare Pavese:

Leggete quest'opera tenendo a mente la Bibbia e vedrete come quello che vi potrebbe anche parere un curioso romanzo d'avventure , vi si svelerà invece per un vero e proprio poema sacro cui non sono mancati né il cielo né la terra a por mano.

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