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Yara, la difesa di Bossetti: “Nessuna ricerca porno: nel suo pc neanche una donna nuda”

Terza udienza a Brescia per il processo d’Appello di Massimo Bossetti, accusato di aver ucciso Yara Gambirasio. Gli avvocati della difesa all’attacco per tentare di salvare il loro assistito da una conferma dell’ergastolo.
A cura di Susanna Picone
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Altro che "ricerche pornografiche o pedopornografiche", nei supporti informatici sequestrati a Massimo Bossetti "non c'è neanche una donna nuda". Lo ha detto nella sua arringa difensiva, al processo d'appello a Brescia, Paolo Camporini, uno degli avvocati del muratore di Mapello condannato all'ergastolo per l'omicidio di Yara Gambirasio. Nel pc in casa, ha aggiunto, "fu trovata una sola ricerca significativa ed era di 15 giorni prima dell'arresto".

Bisogna rispettare le regole imposte dalla comunità scientifica per poter sostenere una prova che comporta l’ergastolo. Aveva sostenuto in precedenza uno degli avvocati di Bossetti. L’udienza odierna – la terza udienza del processo d’appello per l’omicidio di Yara –  è dedicata alle conclusioni della difesa, con gli avvocati Claudio Salvagni e Paolo Camporini che tentano di scardinare le accuse. Sin dal primo processo la difesa di Bossetti ha tentato di smontare quella che è considerata la prova regina del Dna: la traccia biologica sugli slip e sui leggings della ragazzina che corrisponde all’imputato. Per gli avvocati di Bossetti le criticità sono troppe. Salvagni ha parlato in particolare di “261 criticità”, a partire dall’utilizzo di alcuni kit di rilevazione “scaduti”. In merito agli elementi che inficerebbero la prova del Dna la difesa ha anche chiesto un parere via mail al professor John Butler, luminare della genetica forense. La mail, tuttavia, non potrà entrare a far parte del processo come prova.

“Bisogna rifare questa indagine” – “Massimo rispetto per il Ris, tra l’altro io sono un figlio d’arte e per le istituzioni. Ma questi esami sono sbagliati, sbagliare è umano. E se le istituzioni sbagliano va ammesso. Bisogna rifare questa indagine per essere più sereni”, così ancora la difesa che ha quindi invitato a “cercare la verità senza paura”. Tra le principali criticità indicate dagli avvocati, oltre all’utilizzo di reagenti non in corso di validità, anche i controlli negativi falliti; le ripetizioni non effettuate o fallite; la mancata tracciabilità di un campione scelto tra i più “importanti”. “Non c’è una sola ripetizione che ha le caratteristiche approvate dalla comunità scientifica – ha detto l’avvocato – Basterebbe questo per non condannare Bossetti”. “È possibile – ha aggiunto ancora – che un uomo possa essere condannato senza che la difesa possa controllare come sono state fatte queste indagini”? Il prossimo 14 luglio sono previste le repliche delle parti, il 17 la sentenza della Camera di Consiglio.

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