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Yara, in carcere Bossetti chiedeva ai figli: “State seguendo papà in tv?”

Parlando nel carcere di Bergamo con la moglie e i figli, Massimo Giuseppe Bossetti, l’uomo accusato dell’omicidio di Yara Gambirasio, avrebbe raccontato il suo arresto “quasi con fierezza, soprattutto per l’attenzione attirata su di sé”.
A cura di Susanna Picone
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Continuano a emergere intercettazioni tra Massimo Giuseppe Bossetti, il muratore di Mapello accusato dell’omicidio di Yara Gambirasio, e i suoi familiari. Quanto emerge dalle ultime intercettazioni di cui scrive oggi il quotidiano Il Giorno è l’atteggiamento e lo stupore di un uomo per quanto gli è accaduto, a partire dal giorno del suo arresto. È il 27 gennaio quando Bossetti incontra in carcere la moglie Marita Comi e i suoi figli. L’unico sospettato per il delitto di Brembate Sopra in carcere a Bergamo canta “Guerriero” di Marco Mengoni riportando frasi di quella canzone parlando coi familiari. Bossetti non sa delle cimici che stanno registrando ogni sua parola. Ai figli racconta del 16 giugno 2014, giorno del suo arresto, e come afferma il Giorno, i carabinieri del Ros scrivono di quell’inadeguato atteggiamento: “Racconta quasi con fierezza quanto accaduto soprattutto per l’attenzione attirata su di sé”. “Vinceremo contro tutti – così il muratore citando la canzone di Mengoni – e chi se ne frega della gente che ci vuole male”. Bossetti quindi racconta di quel giorno che lo presero in cantiere: “Ero con i piedi nel cemento – dice ridendo – e mi hanno tirato fuori”. “Ogni volta che vedo la Tv quel momento lì che mi tirano fuori… lo vedete papà in televisione?”, chiede il sospettato ai figli. La moglie Marita ai figli spiega che se “il papà non ha fatto nulla è inutile che deve stare qua”.

Bossetti: “Se sono certi che è il mio Dna è un guaio”

Dalle intercettazioni sono venuti fuori anche i discorsi tra Bossetti e la moglie sui coltelli trovati in casa (il muratore in una occasione ha invitato la moglie a gettare quanto trovato) e la preoccupazione di Bossetti per il dna. Parlando con la madre Ester Arzuffi, Bossetti era tornato sulla paternità di Giuseppe Guerinoni e in un altro colloquio con Marita Comi e il cognato Agostino aveva detto che “se sono certi è un guaio”. Bossetti si riferiva appunto alle tracce del Dna trovate sugli slip e sui leggins di Yara. “Loro dicono che è stata picchiata sulla testa, seviziata, violentata”, così lui ai familiari. E Marita: “No…no…no”. Poi ancora Bossetti: “Ed il mio Dna è sul…basta…la mia fregata è quello!”. Dopo aver negato qualsiasi sua responsabilità, il muratore ha aggiunto: “Però se son certi è un guaio!”.

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