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Yara: il cordoglio dei compagni di scuola

Non cessa il cordoglio degli abitanti di Brembate Sopra, ieri nella scuola media Maria Regina i ragazzi si sono fermati per 4 ore: una giornata dedicata alla memoria della giovane Yara Gambirasio, trovata morta sabato scorso.
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yara gambirasio

Mentre sul corpo malconcio di Yara Gambirasio veniva predisposta l’autopsia a cura della dottoressa Cattaneo, ieri nella scuola media "Maria Regina" compagni e professori si concedevano una giornata di riflessione. Una pausa necessaria a placare gli animi di quanti, tra conoscenti e cari amici, sono stati shoccati dalla notizia del ritrovamento del corpo della giovane atleta bergamasca, nel pomeriggio di sabato 26 febbraio. Una notizia, quella del ritrovamento, che ha dato vita a uno spettro di emozioni complesso: dalla rabbia alla tristezza, dalla sensazione d’impotenza alla voglia di giustizia, su questi filoni si sono mosse le riflessioni portate avanti dei ragazzi della scuola media frequentata da Yara.

Ieri, la preside dell’istituto suor Carla Lavelli ha predisposto la sospensione delle lezioni: 4 sono state le ore dedicate a Yara; come in una sorta di psicoterapia di gruppo i ragazzi sono stati chiamati a sfogarsi dopo il tragico evento e a confrontarsi sulle paure che, alla luce di quanto è successo, si affacciano come pesanti ombre sulle loro vite. Vite spezzate dal dispiacere e da un sentimento di angoscia e di timore che impedisce ai ragazzi di godere appieno di uno dei periodi più belli della vita, l’adolescenza, costantemente minato dalla paura che l’orco che ha fatto del male a Yara possa tornare e scegliere un’altra vittima.

Intanto il dispiacere per la perdita di Yara Gambirasio non si placa: i genitori Fulvio e Maura Gambirasio sono distrutti, le sue amiche più care non smettono di piangere e di chiedersi perché alla “ragazza che sorrideva sempre”, così la ricordano nei tanti cartelloni a lei dedicati, sia stato riservato un destino così meschino; quasi una beffa per la sua travolgente voglia di vivere.  I ragazzi dell’Istituto Maria Regina hanno dedicato le 4 ore del lunedì a creare dei cartelloni, dei piccoli lavori in memoria della loro amichetta: la chiamano tutti angelo e si affidano a lei, sperando che possa proteggerli dagli eventi negativi che la vita potrà riservare loro, giurano di non dimenticarla mai mentre ancora si stenta a credere a quanto è successo. Mentre oltre alla scuola, anche  il paese  piange la morte di  Yara, sono ancora appesi gli striscioni di speranza in cui i ragazzi manifestavano solidamente la loro fiducia: “Ti aspettiamo, Yara. Torna presto”; speranza svanita nel campo di Chignolo dall’Isola: Yara non tornerà più.

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