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Yara, busta con proiettili e minacce ai giudici del processo contro Bossetti

Sulla busta non sono state trovate impronte digitali, nonostante il testo sia scritto con il pennarello. Per gli inquirenti si tratterebbe dell’opera di “un mitomane“.
A cura di Biagio Chiariello
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Gli inquirenti l’hanno etichettato come un “mitomane”, ma quella una lettera “a sostegno" di Massimo Giuseppe Bossetti, con all'interno due proiettili, insulti e minacce, indirizzata alla Corte d'appello del tribunale di Bergamo e al pm Letizia Ruggeri, fa pensare. La busta è intercettata nell'ufficio postale di Redona, a Bergamo. La corte, infatti, presieduta dal giudice Antonella Bertoja, è quella di fronte alla quale si sta celebrando il processo all'ex muratore di Mapello, accusato di aver rapito e ucciso la 13enne di Brembate di Sopra, Yara Gambirasio. Il plico è stato sequestrato dalla squadra mobile contattata dagli addetti delle Poste che si erano insospettiti. Sulla busta non sono state trovate impronte digitali, nonostante il testo sia scritto con il pennarello.

Nel frattempo ieri, al Tribunale di Bergamo, è stata la giornata delle parti civili, con i legali della famiglia Gambirasio, che non era in aula, ma hanno comunicato la loro richiesta di risarcimento per danni morali nei confronti di Bossetti:  tre milioni, 249 mila e 230 euro:  la richiesta è stata fatta dall’avvocato Andrea Pezzotta, che durante la sua arringa si è rivolto così all’imputato: “Ci dica come sono andate veramente le cose – ha detto -. Lei è un uomo tormentato: liberi la propria coscienza, così potrà vivere meglio. È lei che deve decidere e non le resta molto tempo. Per la famiglia sarebbe importantissimo saperlo”. L’altro legale Enrico Pelillo, ha invece spiegato che “il movente dell’omicidio di Yara è chiaro e limpido ed è di natura sessuale. Le lettere che Bossetti ha inviato a una detenuta sono indicative dei suoi gusti sessuali, in linea con le ricerche trovate nel computer della famiglia: in entrambi si parla di dettagli intimi simili. Bossetti è un mentitore seriale, la cui memoria va e viene a seconda della sua convenienza”.

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