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Wikileaks svela i documenti su Berlusconi: “E’ un danno per l’Italia”

I nuovi cables di Wikileaks sull’Italia, pubblicati in anteprima da La Repubblica e L’Espresso, parlano di un grande declino internazionale del Paese, dovuto alle politiche e ai comportamenti del Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.
A cura di Alfonso Biondi
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Le rivelazioni di Wikileaks su Berlusconi

Un modo nuovo e aggressivo di fare informazione. Wikileaks, la creatura di Julian Assange, continua a sbattere in prima pagina documenti segreti o riservati, e a renderli di pubblico dominio. In queste ore stanno venendo fuori 4000 cabli che riguardano l'Italia e che l'Espresso e la Repubblica hanno pubblicato in anteprima.

Le nuove rivelazioni riguardano essenzialmente alcuni documenti dell'ambasciata Usa a Roma: in queste carte si può leggere cosa pensano gli americani dell'Italia, della classe dirigente che la guida,  delle contraddizioni che la caratterizzano. Ovviamente, non manca il materiale che riguarda il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.

Moltissimi documenti di Wikileaks riguardano l'ambasciatore americano a Roma Ronald Spogli, che associa spesso la figura di Berlusconi e i suoi discutibili comportamenti al declino internazionale dell'Italia. Spogli scriveva di Berlusconi così:

Gaffes e preminenza per gli interessi personali, uniti al frequente uso delle istituzioni pubbliche per conquistare vantaggi elettorali sui suoi avversari politici, la sua preferenza per soluzioni a breve termine hanno danneggiato la reputazione dell'Italia in Europa

Non solo. L'ambasciatore guardava di cattivo occhio il fatto che l'Italia si proponesse come un autorevole mediatore delle crisi internazionali. Spogli parla di "un ruolo autoconferitosi che alcuni politici, specialmente Silvio Berlusconi, pensano possa conferire grande visibilità senza praticamente spendere alcunché". A tal proposito si citano ad esempio i rapporti tra Russia e Occidente, o i rapporti con l'Iran.

L'ambasciatore parla inoltre di un Berlusconi che incappa spesso in gaffe, in offese personali e che utilizza le istituzioni con fini prevalentemente personali. E' per questo motivo che "ha leso la reputazione del Paese in Europa ed ha dato sfortunatamente un tono comico al prestigio dell'Italia in molte branche del governo degli Stati Uniti".

Questa è l'opinione degli Stati Uniti a febbraio 2009; stiamo parlando quindi di circa 2 anni fa. Nel frattempo ne è passata di acqua sotto i ponti: basti citare solamente il recente caso Ruby che vede Berlusconi rinviato a giudizio per concussione e prostituzione minorile. La domanda, allora, è lecita: cosa penserebbero oggi i nostri amici americani?

Avete visto come l'ambasciatore americano dipingeva Berlusconi? Le sue parole non lasciano spazio a dubbi di alcun tipo. E allora perché i rapporti tra i 2 stati erano e restano molto buoni? Perché l'America non ha voluto isolare Berlusconi? La risposta è semplice. Per Spogli, infatti, il cavaliere aveva bisogno degli Stati Uniti per avere una legittimazione, soprattutto a livello internazionale. E, trovandosi in posizione di debolezza per i conflitti di interesse e il suo "uso privato" delle istituzioni, Berlusconi non poteva assolutamente permettersi di "negare qualcosa" agli americani, che questa legittimazione gliela assicuravano.

Si spiegherebbe così l'atteggiamento dell'Italia che ha sempre condiviso le posizioni americane riguardanti impegni militari e politici a livello mondiale. Dal contingente in Afghanistan alle basi americane sul territorio italiano. Il cavaliere commenterà i documenti di Assange? O li commenteranno gli Stati Uniti? Certo che fare chiarezza su una vicenda del genere sarebbe quantomeno doveroso.

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