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WCMX, il motocross in carrozzina raccontato da Ilaria Naef

Con noi anche Vanni Oddera, tra i più grandi piloti italiani di freestyle motocross ed esperto di mototerapia. Ilaria ci mostra che certi sport possono essere sì pericolosi, ma, se lo sono, non dipende dalla presenza o meno di una carrozzina.
A cura di I. A.
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Ilaria Neaf, campionessa di skate in carrozzina (Facebook).
Ilaria Naef, campionessa di skate in carrozzina (Facebook).

Il giro della morte in carrozzina? È possibile. Lo sa bene Ilaria Naef, 23enne di Varazze, in provincia di Savona, che si è classificata terza ai campionati mondiali  di WCMX (Wheelchair Motocross). Uno sport, questo, in Italia poco conosciuto e di cui Ilaria è l'unica atleta su tutto il territorio nazionale. Lei, che ha fatto della disabilità la sua forza e il perno su cui ruota la sua passione agonistica, grazie a questa disciplina corre in mezzo al fuoco, salta, piroetta e ride alla vita. Il tutto accompagnata Vanni Oddera, il più grande pilota italiano di freestyle motocross oltre che esperto di mototerapia, un modo per aiutare i diversamente abili ad emozionarsi e diventare protagonisti con il motocross.

"Io ho iniziato circa due anni fa – ha detto Ilaria al reporter di Fanpage.it, che l'ha seguita per due giorni per raccontarne la storia -. Avevo 13 o 14 anni e guardavo dei video su internet, tra cui quello di un certo Aaron, che è l'inventore di questo bellissimo sport. Per la prima volta ho visto delle persone in carrozzina in uno skatepark. Poi mi sono trasferita per sei mesi in Germania per studiare e lì ho conosciuto un ragazzo che è il secondo campione al mondo di WCMX. Ho cominciato ad allenarmi con lui".

Come cominciare con il WCMX? Non è stato facile imparare a destreggiarsi in questo sport: "Ho imparato per prima cosa a impennare bene, poi a scendere gli scalini. Quando si sanno scendere uno o due scalini, si può cominciare con le rampe". A David Lebusa, skater in carrozzina, è la stessa Ilaria a porre la domanda che, verosimilmente, si pongono tutti: è troppo pericoloso questo sport, perché si possa eseguire in carrozzina? Paura che si potrebbe estendere a tutto, fa notare Lebusa, dalla cucina alle uscite quotidiane fino al respirare, poiché chi è in carrozzina lo è in ogni attività quotidiana.

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