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Washington Post: “Per la Cia Trump è stato aiutato dall’intelligence russa”

Secca la risposta di Trump: “Nella Cia anche le persone che accusarono Hussein di avere armi di distruzione di massa”. Poi l’invito ad andare oltre: “Le elezioni si sono concluse da un pezzo”.
A cura di Redazione
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Trump a New York
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Secondo il Washington Post, Donald Trump ha vinto le elezioni anche grazie ai servizi segreti russi. Torna alla ribalta un argomento che durante la campagna elettorale Usa era stato mosso più volte da Hillary Clinton contro il candidato repubblicano, secondo cui lo scandalo mail era emerso grazie all'hackeraggio del server della Clinton per opera dei servizi segreti russi. La Cia, secondo quanto riportato dal Washington Post che cita "fonti informate", avrebbe concluso segretamente che effettivamente dietro agli scandali che hanno coinvolto la Clinton ci sarebbe una comunità di intelligence nota che risponde ai servizi russi. L'obiettivo sarebbe stato quello di favorire un candidato piuttosto che l'altro.

Lo scandalo mail della Clinton

Hillary Clinton, in quanto Segretario di Stato dell'esecutivo Obama, era obbligata a rendere tracciabile la sua corrispondenza di lavoro. Quando il Dipartimento di Stato fu costretto a mostrare le mail pubbliche al Congresso di Stato emerse che la Clinton non aveva mail nel suo indirizzo governativo e che tutto invece stazionava sulla sua corrispondenza privata, "appoggiata" su un server personale. La scelta sollevò qualche critica, soprattutto per la valutazione della sicurezza informativa del server. L'ex Segretario di Stato consegnò le mail che ritenne pubbliche (circa 30.000) e tenne per sé quelle personali (quasi 32.000). Poi Wikileaks fece emergere una serie di email di interesse pubblico e ritenute "private" da Clinton. Secondo quanto rivelato dal Washington Post, per la Cia le mail dell'ex direttore della campagna elettorale di Hillary Clinton, John Podesta, e del Partito democratico sono giunte a Wikileaks grazie all'operato dello spionaggio russo.

Trump: "Nella Cia anche chi parlò di armi di distruzione di massa di Hussein"

Donald Trump ha respinto le accuse tramite una nota del suo staff. Quelle riportate dal Washington Post e dalla Cia sono, secondo Trump, informazioni errate e, del resto, della Cia "fanno parte le stesse persone che dicevano che Saddam Hussein aveva armi di distruzione di massa". Insomma, Trump sembra voler suggerire che quelle riportate dal WP non sono solo informazioni errate, ma anche strumentali dato che le armi di Saddam furono il presteso della guerra all'Iraq nel 2003. Poi la nota dello staff di Trump contempla anche un messaggio di pace: "Le elezioni si sono concluse molto tempo fa… è ora di guardare avanti e Rifare grande l'America".

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