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Wada, la Russia ha coperto il doping dei suoi atleti

La relazione Wada sulle violazioni antidoping da Vancouver 2010 ai Mondiali di nuoto del 2015 parla chiaro: ci fu l’ingerenza delle istituzioni nella copertura degli atleti dopati russi.
A cura di Marco Beltrami
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La Wada, ovvero l’Agenzia Mondiale Antidoping, ha emesso il suo verdetto. Il laboratorio antidoping di Mosca coprì tutta una serie di atleti russi, che risultarono positivi durante le Olimpiadi invernali di Sochi nel 2014. Un’accusa pesantissima figlia di un report stilato da una Commissione indipendente che è stata utilizzata per indagare sul comportamento della Russia, finita più volte nel mirino dei controlli. A guidare le indagini è stato il professore di diritto sportivo canadese Richard McLaren che a sua volta ha presentato i risultati della ricerca in una conferenza stampa in quel di Toronto.

Secondo il rapporto in particolare in occasione dell’Olimpiade 2014, disputata in casa e in cui la Russia conquistò 33 medaglie, l’ex direttore del laboratorio Grigory Rodchenkov avrebbe ricevuto ordini precisi dal governo del suo Paese. Con la collaborazione dei servizi segreti e la supervisione del ministro dello sport Vitaly Mutko, bisognava infatti coprire il doping, e a quanto risulta almeno 15 vincitori a Sochi risulterebbero nella lista dei dopati insabbiati. Ma sempre secondo il report, il sistema messo in piedi dal ministero cominciò addirittura da Vancouver 2010, coinvolgendo tutte le attività sportive. Una procedura che fu effettuata anche a Londra, Mosca e persino ai Mondiali di nuoto di Kazan nel 2015

Un’accusa pesantissima dunque per la Russia che secondo McLaren sarebbe stata coinvolta pesantemente a livello istituzionale in procedure tutt’altro che lecite. Il professore che ha già fatto chiarezza sull’utilizzo del doping e delle procedure di corruzione nell’atletica leggera russa, ha affermato che il Ministero dello Sport del più vasto Stato del mondo ha supervisionato e manipolato i risultati degli esami e delle analisi sugli atleti, con tanto anche di scambio dei campioni.

Un nuovo colpo pesantissimo allo sport russo che arriva poco dopo le richieste antidoping di Usa, Germania e altri Paesi di lasciare fuori la Russia alle Olimpiadi della prossima estate. Un procedimento da estendere dall’Atletica a tutte le altre discipline, escludendo così anche la bella Darya Klishina unica atleta presente grazie al permesso ottenuto dall'organizzazione internazionale antidoping.

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