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Volontaria italiana rapita in Algeria appare in video. E’ ancora viva

Sono vivi anche gli altri due volontari spagnoli sequestrati. Il video di rivendicazione è stato mostrato dal mediatore ad una giornalista di France Press.
A cura di Vincenzo Sbrizzi
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 E' apparsa in un video la volontaria italiana rapita a settembre in un campo profughi nel deserto in Algeria. Rossella Urru è ancora viva come dimostrano le immagini girate dai suoi stessi sequestratori. Un gruppo di dissidenti di Al Qaeda, una delle tanti organizzazioni satellite nell'universo del terrore internazionale. La volontaria sarda è apparsa in buone condizioni nonostante i due mesi di prigionia e si è riaccesa la speranza di rivederla libera.

Se non altro i terroristi hanno fatto il primo passo avanzando le proprie rivendicazioni e dimostrando che l'ostaggio è ancora vivo. Insieme a lei sono apparsi nel video anche gli altri due colleghi spagnoli rapiti. Ainoha Fernandez, che pure è sembrata in buone condizioni fisiche, e Enric Gonyalons, che invece è stato mostrato con una fasciatura al piede sinistro. L'italiana è apparsa con una tunica blu e un velo a coprirle il capo. Dietro di lei, come sempre in queste occasioni, degli uomini armati di tutto punto e col volto coperto.

I sequestratori si sono presentati con il nome della loro organizzazione in apertura del video. Jamat Tawhid Wal Jihad Fi Garbi Afriqqiya, Movimento unita' per la jihad nell'Africa occidentale, è formato da un gruppo di fuoriusciti da Al Qaida per il Maghreb islamico, e rappresenta la branca nordafricana dell'organizzazione fondata da Bin Laden. Il video che ritrae i tre ostaggi ancora vivi è stato mostrato ad una giornalista dell'agenzia France Press dal mediatore che lavora per la loro liberazione.

Un segnale importante dopo un lunghissimo periodo di silenzio. I tre cooperanti erano stati portati via dal campo profughi nel sudovest dell'Algeria dove lavoravano lo scorso 23 settembre. La zona desertica dove era stato allestito il campo profughi era il Tindouf nel Sahara occidentale e l'organizzazione non governativa per cui lavorava la 29 enne, di Samugheo in provincia di Oristano, è il Comitato italiano per lo sviluppo dei popoli. La Farnesina per il momento mantiene il più stretto riserbo sulla notizia non rilasciando commenti per non pregiudicare le trattative per la liberazione.

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