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Vogliono leggere una lettera al funerale della nonna: il prete li caccia

E’ accaduto a Catania, dove i nipoti di un’anziana sono stati invitati ad uscire dalla chiesa mentre leggevano una lettera dedicata alla nonna.
A cura di D. F.
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Volevano solo dedicare un ultimo saluto a una parente defunta, ma sono stati tutti allontanati dalla chiesa: è accaduto a Catania dove il prete, terminato un rito funebre, avrebbe in modo scomposto alla vista di una dei familiari che si avvicinava all’altare per leggere poche righe in memoria della nonna, 83 anni, morta il giorno prima. “Siamo rimasti sconvolti dalla reazione del prete. Mi ha aggredito, e dato uno spintone, non mostrando il minimo rispetto per il momento che stavamo vivendo e per mia nonna morta che era lì chiusa in una bara”, ha spiegato a LiveSicilia la parente.

“Volevo leggere un breve messaggio di cordoglio scritto per ricordare mia nonna – ha spiegato la donna -. Immaginavo che avrei dovuto comunicarlo in tempo al prete, ma purtroppo non appena sono arrivata in chiesa non sono riuscita a farlo perché non si è fatto vedere da nessuno di noi parenti prima di celebrare la messa. Nel corso della funzione mi sono però avvicinata al sacrestano chiedendo lui di poter avere qualche minuto per poter leggere la lettera e questi mi risponde che avrei potuto farlo (Poi lo ha negato)".

Dopo aver invitato i familiari a dedicare un ultimo saluto all'anziana morta, il prete è tornato sui suoi passi: "Non appena mi sente pronunciare le prime parole della lettera il parroco torna indietro e, in modo a dir poco indelicato, mi tira dal braccio proibendomi di continuare, e dicendo che tutti dovevamo accomodarci fuori dalla chiesa. Ci ha detto che lui deve prima conoscere il contenuto dei messaggi di cordoglio perché spesso i parenti usano quel momento per rivendicare qualcosa o altro. Ma non era quello il caso. Volevo solo esprimere, a nome della mia famiglia, l’amore che nutrivamo per nostra nonna. Siccome non lo avevamo avvisato, non eravamo perciò autorizzati a prendere parola”.

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