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“Voglio solo ammazzarti”, Stefano Piedimonte ci racconta in anteprima il suo nuovo romanzo

Dopo “Nel nome dello Zio”, caso letterario del 2012, siamo andati a trovare lo scrittore Stefano Piedimonte che in anteprima ci racconta il suo ultimo romanzo appena uscito in libreria: “Voglio solo ammazzarti” secondo capitolo della saga dedicata allo Zio, un camorrista napoletano ossessionato dal Grande Fratello.
A cura di Andrea Esposito
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Dopo lo straordinario successo editoriale di “Nel nome dello Zio” (Guanda, 2012), Stefano Piedimonte torna in libreria con l’attesissimo seguito dal titolo “Voglio solo ammazzarti”. La vicenda questa volta si sposta dai Quartieri Spagnoli, in cui è ambiento il primo romanzo, al carcere napoletano di Poggioreale, anche detto "Poggi Poggi". Protagonista è ancora una volta lo Zio, un boss della camorra con una passione patologica per il Grande Fratello che, tradito da qualcuno del suo clan, si trova momentaneamente agli arresti.

L’unico pallino dello Zio è la vendetta, ma per ottenerla deve riuscire a evadere. Con l’aiuto di un genio dell'informatica, un ex fruttivendolo stabilmente inserito nel clan e soprannominato "Stiv Ciops", mette a punto un piano molto singolare che gli consente di fuggire e di mettersi sulle tracce del misterioso traditore. Accompagnato dai suoi sgherri, Germano Spic e Span e Erripò, parte per Milano dove sembra si nasconda “l’infame”. Riuscirà a trovarlo? Potrà ancora fidarsi dei suoi sodali?

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Siamo andati a trovare l’autore che in anteprima per Fanpage.it racconta la genesi di questo nuovo lavoro ripercorrendo le tappe del successo di pubblico e critica riscosso dal suo romanzo d’esordio. Ma Piedimonte nell'intervista parla anche di letteratura: “non sono uno scrittore anti-camorra, sono un cittadino anti-camorra… preferisco una letteratura fine a se stessa, che racconti storie senza secondi fini”; dei suoi autori preferiti “Elmore Leonard e in generale la narrativa americana ma anche De Cataldo e Houellebecq” e dei progetti per il futuro: "un libro ambientato in un paesino della Toscana che non avrà nulla a che vedere con la camorra”.

A proposito della camorra, Piedimonte ci tiene a puntualizzare che i suoi romanzi non sono libri “sulla camorra” bensì storie "di camorristi”, raccontate attraverso la lente dell’ironia poiché “i boss sono spesso personaggi ridicoli, goffi che non hanno nulla di eroico né di affascinante, anzi – prosegue l’autore – si prestano molto di più ad essere parodiati piuttosto che mitizzati”.

Nei prossimi giorni e nelle settimane a venire l’autore dialogherà col pubblico nel corso di una serie di incontri in molte città italiane. Ad ogni appuntamento Piedimonte sarà accompagnato da un collega scrittore: si inizia alla Feltrinelli di Napoli il 25 settembre con Giancarlo De Cataldo, passando per Salerno il 27 e Milano il 1 ottobre con Nicolai Lilin.

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