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Vittoria, arrestato l’ex sindaco Pd per scambio elettorale. Indagato l’attuale primo cittadino

L’ex sindaco di Vittoria (Ragusa), Giuseppe Nicosia (Pd), è agli arresti domiciliari per scambio elettorale politico-mafioso. Indagato anche l’attuale primo cittadino e suo successore – primo sindaco del paese del centrodestra dopo 70 anni – Giovanni Moscato.
A cura di Stefano Rizzuti
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Giuseppe Nicosia, ex sindaco di Vittoria (Ragusa), e suo fratello Fabio – attuale consigliere comunale – sono stati arrestati per scambio elettorale politico-mafioso in relazione a fatti riguardanti le elezioni amministrative del 2016. I due fratelli sono stati raggiunti dalla misura di custodia cautelare agli arresti domiciliari insieme ad altre quattro persone, emessa al termine di un’inchiesta condotta dalla Dda di Catania. Tra gli altri arrestati ci sono anche Giovambattista Puccio e Venerando Lauretta, entrambi già condannati per associazione mafiosa.

La notizia dell’inchiesta si era diffusa a giugno del 2016, a pochi giorni da voto, ed era emersa dopo le perquisizione eseguite nei comitati elettorali di alcuni candidati del Pd. L’ex sindaco, esponente dello stesso Partito Democratico, aveva definito l’indagine come una “infondata accusa infamante”. Nel voto dello scorso anno a prevalere fu Giovanni Moscato, 40 anni avvocato: dopo 70 anni il centrodestra è riuscito così a strappare il comune a un esponente dalla sinistra. Lo stesso Moscato, attuale sindaco di Vittoria, è indagato nell’ambito dell'indagine denominata ‘Exit poll’. Deve rispondere dell’accusa di corruzione elettorale, ma per lui non è prevista alcuna misura cautelare.

Secondo quanto sostenuto dall’accusa, i fratelli Nicosia (ovvero l’ex sindaco e l’attuale consigliere comunale) avrebbero deciso di far convergere i voti al ballottaggio su Moscato, poi eletto sindaco. In cambio, secondo gli investigatori, Moscato avrebbe portato avanti l’opera di stabilizzazione di sessanta dipendenti della ditta che si occupa dello smaltimento dei rifiuti.

L’ex sindaco Nicosia e suo fratello, inoltre, avrebbero ricevuto sostegno elettorale non solo durante le ultime amministrative ma anche in quelle precedenti del 2006 e del 2011, oltre alle regionali e alle nazionali del 2008 e del 2012. Secondo l’accusa, i voti sarebbero stati ‘ripagati’ con l’assegnazione di appalti e posti di lavoro.

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