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“Vietato l’ingresso ai gay”: cartelli shock in negozi e bar tunisini

I cartelli sono comparsi in bar, negozi, ristoranti e barbieri di Tunisi.
A cura di Davide Falcioni
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Caccia agli omosessuali a Tunisi? A quanto pare sì, almeno in alcuni esercizi pubblici che sono arrivati ad esporre un cartello con la scritta "Vietato l'ingresso ai gay": i cartelli sono stati affissi alle entrate di negozi di abbigliamento o di telefonia, di un ristorante e di un negozio alimentare, di un taxi o di un Internet café in diversi quartieri della capitale tunisina e la denuncia arriva dagli attivisti di Shams, organizzazione non governativa che si batte per la depenalizzazione dell'omosessualità in Tunisia. La paura è che tali messaggi di intolleranza, apparsi il giorno dopo un'apparizione televisiva del vice presidente di Shams Ahmed Ben Amor, possano causare un incremento dell'omofobia nel Paese, con attacchi mirati nei confronti dei gay. "Molti tunisini ritengono che gli omosessuali debbano restare segreti ed evitare di parlare ai media", ha dichiarato Mohammed Shams. "Tutti questi messaggi di odio sono comparsi dopo che il nostro vice presidente è andato in tv. Lui lo ha fatto per difendere i gay dopo che l'attore Ahmed Landolsi li aveva definiti "malati". Da allora, la nostra organizzazione sta ricevendo decine di minacce di morte ogni giorno".

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In Tunisia le relazioni omosessuali sono un reato e coloro che vengono colti in flagranza rischiano fino a tre anni di reclusione. L'atteggiamento popolare, invece, sta mutando: se tre anni fa il 94 per cento della popolazione si diceva contraria all'omosessualità, ora secondo alcuni sondaggi tale percentuale è calata al 64 per cento. Shams sostiene che "è la prima volta che vediamo cartelli simili nei negozi. In uno venivano anche banditi gli atei! Le persone ci hanno mandato foto che avevano scattato dei cartelli e in alcun casi erano gli stessi negoziati ad averli postati su Internet. Siamo andati in tre di questi posti per verificare la loro reale esistenza. Sfortunatamente era così. La maggior parte delle persone qui concordano con i messaggi dei venditori. Ma ci sono anche molti che li condannano. Una persona ci ha mandato una foto di un Internet café dove il proprietario aveva messo un cartello: "Omosessuali ammessi, siamo tutti tunisini" in reazione ai messaggi di odio".

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