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“Vietato l’ingresso a gay e lesbiche”. In Indiana (USA) si può

Singoli cittadini e proprietari di attività commerciali potranno fare appello al “Religious Freedom Restoration Act”. Facendosi scudo delle proprie convinzioni religiose potranno insultare gli omosessuali.
A cura di Davide Falcioni
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Vietato l'ingresso a gay e lesbiche. Cosa pensereste se, fuori da un bar o da un ristorante, trovaste un cartello del genere? Immaginiamo che vi indignereste, pensando che si tratta tra l'altro di un reato e di un'istigazione all'omofobia, e magari vi tornerebbero in mente le foto sui libri di scuola del periodo nazista e della lunga lista di "divieti agli ebrei". Ebbene, non è un incubo, ma quello che accede oggi, nel 2015, in Indiana, Stati Uniti. Il governatore Mike Pence, del partito Repubblicano, ha infatti approvato una legge chiamata "Religious Freedom Restoration Act" che consentirà a singoli cittadini o società denunciate per omofobia di appellarsi al rispetto delle proprie convinzioni religiose.Così proprietari di ristoranti e negozi potranno rifiutarsi di servire omosessuali e la faranno franca di fronte alla legge: basterà motivare che la propria religione non riconosce l'omosessualità.

Pence è stato duramente criticato, ma ha ribattuto colpo su colpo: "Ho firmato la legge perché difendo la libertà di religione di ogni cittadino di ogni fede, molte persone di fede sentono che la loro libertà religiosa è sotto attacco per l'azione del governo federale". La norma tuttavia potrebbe rivelarsi un boomerang non solo per le proteste delle associazioni, ma anche per il possibile boicottaggio dello stato dell'Indiana da parte di alcune società: una di queste è Salesforce, che attraverso il suo amministratore delegato, Marc Benioff, ha annunciato la "cancellazione di tutti i programmi che richiedono ai nostri consumatori/dipendenti di viaggiare in indiana".

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