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Victor Hugo scriveva nudo, Balzac beveva 50 caffè al giorno: strane abitudini delle menti geniali

Stranezza e genialità vanno di pari passo: Edgar Allan Poe aveva paura del buio e Honoré de Balzac beveva circa 50 caffè al giorno. Torquato Tasso era ossessionato dalla privacy mentre Raffaello dalla dieta: ecco alcune delle abitudini più curiose di scrittori ed artisti.
A cura di Federica D'Alfonso
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Victor Hugo insieme ad alcuni amici.
Victor Hugo insieme ad alcuni amici.

Conoscere la vita degli artisti e degli scrittori è fondamentale per comprendere le loro ispirazioni e il loro personalissimo modo di raccontare il mondo. Ma molti particolari curiosi sulle stranezze che li hanno resi unici sono rimasti estranei alle biografie ufficiali, andando ad infittire l'aura di mistero attorno ad alcuni di loro. Nonostante questo, esistono moltissimi e a volte davvero curiosi aneddoti sulle abitudini e le manie di alcuni grandi intellettuali del passato. D'altra parte si sa, genialità e stranezza vanno a braccetto.

Tantissimi fra artisti e scrittori sono famosi per aver avuto caratteri irascibili e poco propensi alla socialità, come Paul Cézanne, o estremamente poco modesti come Dante Alighieri. Tanti altri hanno avuto strane ossessioni, come quella per il cibo di Raffaello o quella proverbiale per la propria privacy che portò Torquato Tasso ad aggredire un servitore sospettato di averlo spiato. Molti altri, avevano semplicemente delle abitudini particolari o una routine quotidiana molto rigida che aumentava la loro creatività: si racconta, ad esempio, che Victor Hugo fosse solito scrivere i suoi romanzi completamente nudo, per non cedere alla tentazione di uscire e dedicarsi ai divertimenti.

Altra abitudine strana era quella di Charles Dickens che dormiva sempre con il viso rivolto verso il nord, convinto di contrastare così le correnti terrestri e le scariche di elettricità positiva e negativa. La bellezza e la cura del corpo erano invece abitudine imprescindibile, e neanche tanto inaspettata, del poeta Curzio Malaparte, il quale passava ogni giorno almeno tre ore in bagno. Si racconta invece che Edgar Allan Poe, oltre ad avere paura del buio, abbia imparato a contare sommando e sottraendo le date di nascita e di morte incise sulle tombe di un cimitero vicino alla sua scuola.

Abitudini "letterarie"

Lo scrittore Robert Frost nella sua fattoria.
Lo scrittore Robert Frost nella sua fattoria.

Il sito inglese Bid For Papers ha diffuso una simpatica infografica che racconta la vita di alcuni scrittori famosi in base alle loro abitudini: apprendiamo così che Robert Frost, Franz Kafka, Pablo Neruda e James Joyce amavano scrivere quelli che sono divenuti i loro capolavori esclusivamente di notte. Come Van Gogh, che molto spesso dipingeva i suoi quadri alla luce di alcune piccole candele fissate sul suo cappello di paglia. Mattinieri erano invece Ernest Hemingway (famoso anche per non apprezzare particolarmente le critiche) e Virgina Woolf, la quale aveva l'abitudine di lavorare ai suoi romanzi nelle prime ore della mattinata.

La proverbiale golosità di Giacomo Leopardi è nota a tutti, mentre meno conosciuta è l'abitudine di Honoré de Balzac di bere una media di 50 caffè al giorno per stare al passo del ritmo forsennato della sua immaginazione. Jane Austen e Simon de Beauvoir erano grandi bevitrici di té: la filosofa francese non iniziava una giornata senza la sua immancabile tazza fumante.

Infine, scopriamo che alcuni preferivano scrivere restando comodamente seduti nel loro salotto, come Marcel Proust, Truman Capote e George Orwell, mentre altri riuscivano a mettere in moto la loro immaginazione soltanto in viaggio: è questo il caso di Aldous Huxley e Vladimir Nabokov, che scrisse "Lolita" durante un viaggio in Usa.

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