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“Via lo Stato dal mio negozio. Non pago più nessuna tassa”

E’ la singolare forma di protesta contro lo “Stato criminale” e i “politici ladri” di Roberto Corsi, un negoziante cosentino che ha messo fuori il registratore di cassa e ha cominciato a praticare lo sconto del 21% ai suoi clienti, “quel 21% che il Sistema vi chiede abusivamente”.
A cura di Biagio Chiariello
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roberto corsi

Il simbolo del suo gesto è quel registratore di cassa portato direttamente fuori dal negozio. Lui, Roberto Corsi, commerciante di Montalto Uffugo (Cosenza), si è fatto una promessa: non batterà mai più uno scontrino ei soldi delle ricevute trattenuti dallo Stato andranno ai clienti sotto forma di sconto. La storia è raccontata dal quotidiano locale Calabria Ora e dal diretto interessante tramite una serie di post sul suo profilo Facebook. L'uomo non è nuovo ad iniziative simili. Un anno fa si “crocefisse” in piazza, per difendere non solo la categoria dei commercianti, ma tutti i cittadini e i capifamiglia, che a stento, oggi, riescono a “portare il pane a casa”.

Il suo obiettivo è denunciare le difficoltà economiche, la pressione fiscale sempre più incombente e sopratutto "combattere lo Stato criminale", come annuncia nel suo messaggio di sfogo:

Non ho più nessuna intenzione di pagare le tasse a questo Stato in mano a politici ladri e criminali. Da oggi chi entrerà nel mio negozio avrà lo sconto del 21%. Quel 21% che lo Stato abusivamente mi chiede. Sono stanco di essere vessato e ricattato da persone che dovrebbero tutelarci e che non lo fanno. Sono stanco di non sapere per che cosa e per chi ho pagato le mie tasse in tutti gli anni della mia attività. Voglio che lo Stato mi dica come ha speso finora i miei soldi. Sono stanco di Equitalia e di tutte le vergognose leggi fiscali, che sono dei veri crimini verso il popolo sovrano. Sono stanco di questo Stato che elargisce stipendi e pensioni d'oro a gente che non ha mai lavorato, e che sono il frutto di leggi scritte e approvate da politici sicari al servizio dei poteri forti e criminali. Io devo, in primo luogo, proteggere, e dar da mangiare, ai miei figli e alla mia famiglia"

E continua:

Non posso difendere il mio popolo, ma ho il dovere di difendere la mia famiglia, ho messo fuori il registratore di cassa, così facendo ho tolto i delinquenti dalla mia attività. Non mi fermerò: mentre la nave Italia viene messa con la barra dritta dalla ciurma dei governanti, io ho i figli in acqua, e nessuno mi butta un salvagente, nessuno mi butta una scaletta di salvataggio, difenderò fino alla morte i miei figli. Non pago piu nessuna tassa. Ripeto, non posso salvare un popolo, ma ho il dovere di salvare e difendere i miei figli".

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