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Veronica Panarello o è un mostro o è innocente

Veronica Panarello avrebbe ucciso il figlio Lorys Stival con lucidità e destrezza, attenta a non lasciare alcuna traccia. Una donna capace di tenersi dentro un macigno così grande per ben 10 mesi, non mostrando mai segni di cedimento. Com’è possibile?
A cura di Fabio Giuffrida
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E' passato quasi un anno da quel maledetto giorno in cui è stato ucciso, strangolato con fascette da elettricista, il piccolo Lorys Stival. Il ritrovamento poche ore dopo grazie a un cacciatore, Orazio Fidone, poi iscritto nel registro degli indagati. La principale accusata, però, resta, da quel momento, la madre Veronica Panarello, rinchiusa da mesi nel carcere di Agrigento, in attesa di un processo, in attesa che si trovi "il" colpevole, in attesa che il puzzle possa essere ricomposto, in attesa che venga individuato un movente, in attesa che venga trovata l'arma del delitto e in attesa di una prova che possa scagionarla e/o incastrarla.

Veronica Panarello "lucida assassina"?

Se Veronica Panarello avesse ucciso suo figlio, se lo avesse fatto con quelle modalità atroci, con quella destrezza, con quella lucidità, potrebbe considerarsi davvero un mostro. Ma, concretamente, come ha potuto pianificare tutto nel dettaglio, facendo sparire l'arma del delitto e ogni traccia che potesse incastrarla? Come è riuscita a "ingannare" le telecamere del paese prendendosi gioco, per mesi, degli inquirenti? Dove ha buttato quello zainetto (mai ritrovato)? Il suo profilo – quello di una donna stressata, con a carico due figli, sola, quasi abbandonata dalla famiglia, con un passato difficile – "cozza" inevitabilmente con la "scena del crimine": come ha potuto uccidere suo figlio con una fascetta da elettricista, poi accendere l'aspirapolvere, lavare gli indumenti, andare al corso di cucina e infine denunciare la sua scomparsa? Avrebbe dovuto pianificare, con lucidità, ogni cosa, ogni passo, ogni movimento. Ha trovato persino il momento adatto in cui uscire di casa, quello in cui non c'era nessuno nel condominio. E se – come si ipotizza – ha nascosto il figlio nella sua auto, parcheggiata all'interno del palazzo, non aveva paura a scendere le scale con Lorys in braccio e in fin di vita? E se qualcuno l'avesse notata?

Lorys "presenza ingombrante": non c'è il movente

Una donna talmente lucida da nascondere un segreto per ben 10 mesi. E no, non può trattarsi di una strategia difensiva: Villardita non ha alcun interesse a far tenere nascosto un macigno così grande alla sua assistita che, fin dall'inizio, ha collaborato attivamente alle indagini. Ha consegnato spontaneamente tutto quello che gli inquirenti hanno voluto analizzare, non si è mai trincerata dietro un "mi avvalgo della facoltà di non rispondere". Ha mentito, però, sul tragitto fatto quella mattina. Ma è normale che una donna, in stato confusionale e con un figlio morto, non ricordi esattamente le traverse imboccate quel 29 Novembre. E' normale che possa essere stata imprecisa, modificando, mesi dopo, la sua versione dei fatti relativamente al percorso intrapreso. Così come è stata precisa nel dire che un uomo si trovava davanti la porta del suo negozio vicino alla scuola di Lorys. Quell'uomo c'era – lo ha detto lui stesso – e capitava assai raramente. Può una donna – che, di fatto, ha ormai una vita rovinata – tenere nascosto un segreto così grande? Di aver ucciso suo figlio in una maniera atroce?

Ha ragione anche Davide Stival, la prima vittima di questa spiacevole vicenda, a non credere alle sue parole. Le telecamere dicono altro e le sue dichiarazioni in alcuni casi cozzano con quelle del "Grande Fratello" di Santa Croce Camerina. E se, invece, Veronica Panarello fosse innocente (come sostiene Villardita)? Una mamma che non ha potuto prender parte ai funerali del figlio, che non ha più rivisto il secondogenito, che è stata dipinta come un mostro da tutta Italia, che ha visto la sua vita privata finire in tv a favore di telecamera, che si è trovata da sola in un carcere. Che ha visto crollarsi il mondo addosso con un marito ad un passo dalla separazione e un'attenzione mediatica che, forse, non ha precedenti. E poi una domanda sorge spontanea: perché la Panarello avrebbe ucciso suo figlio? Perché? Possiamo davvero credere alla versione secondo cui il piccolo sarebbe stato una "presenza ingombrante" per la madre che, come dimostrano i fatti, quella mattina è andata semplicemente a un corso di cucina?

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