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Veronica Panarello condannata per l’omicidio di Lorys. Il padre: “Le credo, è innocente”

“Io credo a mia figlia e sarò sempre accanto a lei”, dice dopo la condanna a 30 anni di carcere Francesco Panarello, padre di Veronica. Davide Stival, papà di Lorys, pensa invece a ricominciare e nel frattempo a Santa Croce Camerina quasi nessuno vuole commentare la sentenza.
A cura di Susanna Picone
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Veronica Panarello è colpevole dell’omicidio del figlioletto Lorys. La sentenza a trenta anni di carcere nei suoi confronti è stata emessa nel pomeriggio di ieri a conclusione del processo col rito abbreviato condizionato alla perizia psichiatrica. Il gup ha accolto la richiesta della Procura di Ragusa che aveva contestato alla mamma del piccolo Lorys Stival i reati di omicidio volontario aggravato e occultamento di cadavere. Alla lettura della sentenza Veronica è scoppiata in lacrime. L'avvocato Francesco Villardita ha subito parlato di una “pena ingiusta” e ha annunciato di voler presentare ricorso in appello. E un’altra persona che sembra essere rimasta accanto alla mamma del bambino è il padre di Veronica, Francesco Panarello. “Io credo a mia figlia e sarò sempre accanto a lei. Non è stata Veronica a uccidere Lorys e siamo pronti a lottare per cambiare questa sentenza. Ci appelleremo e andremo avanti. Resterò sempre al suo fianco, non l'abbandonerò mai e lei lo sa”, ha detto l’uomo il giorno dopo la sentenza.

Il papà di Lorys: “Ora è tempo di voltare pagina"

Di poche parole l’ormai ex marito di Veronica, Davide Stival, presente ieri in tribunale. Il suo avvocato ha detto che l’uomo è molto provato e lui stesso non ha mostrato alcuna soddisfazione per la sentenza, ma forse solo un minimo di sollievo. "È stato un giorno carico di tensione. Nella mia pancia si mischiavano i sentimenti più diversi ed è difficile riuscire a esprimere con le parole quel che ho provato nel momento in cui il giudice ha letto la sentenza: una malinconica sensazione di giustizia per il mio piccolo angelo che la invocava silenziosamente. Ora è tempo di voltare pagina. Da oggi si ricomincia. Lo devo al piccolino che non c'è più e a quello che mi aspetta a casa"sono le parole del papà di Lorys, che sin dall’inizio di questa storia ha più volte chiesto alla moglie Veronica la verità e che ormai aveva smesso di crederle. A Davide Stival e al fratellino più piccolo di Lorys è stata riconosciuta una provvisionale di 350 mila euro.

“Per il nonno doppio dolore, la perdita del nipote e l’accusa di omicidio”

La sentenza a trenta anni è stata commentata anche dall’avvocato di Andrea Stival, il suocero di Veronica da lei tirato in causa nella vicenda. Per il legale la sentenza rappresenta “una pietra tombale sulla corresponsabilità di Andrea Stival nel delitto”, ma anche sul movente. “Nessun coinvolgimento, dunque: credo che questa pronuncia abbia dato atto di questo. Andrea ha reagito con commozione e con senso di liberazione perché da un lato ha ottenuto giustizia per suo nipote, dall'altro le accuse infamanti sono state spazzate vie dalla pronuncia del gup”, ha spiegato. Veronica Panarello aveva chiamato in correità il suocero sostenendo che fosse stato lui a uccidere il bambino poiché aveva scoperto la loro presunta relazione. “Andrea – ha detto il suo avvocato – ha avuto un doppio dolore: la perdita del nipote e l'accusa di omicidio. Ora questo dolore dovrà essere messo da parte e dovrà ricominciare a vivere con la serenità che aveva perso”.

A Santa Croce Camerina nessuno ha voglia di parlare

Parlano in pochi dopo la sentenza a Santa Croce Camerina, il paese in cui viveva ed è stato trovato senza vita il 29 novembre di due anni fa il piccolo Lorys Stival. Sono molti i colpevolisti, convinti sia stato commesso proprio dalla mamma quell’omicidio, ma praticamente tutti chiedono di spegnere i riflettori. Il sindaco Franca Iurato ha detto che il paese cercherà di onorare la memoria della vittima: Questa vicenda non ha bisogno dei miei commenti. Lorys non ha avuto la possibilità di diventare adulto e noi ne conserveremo la memoria intitolandogli, quando finirà questo clamore, la nuova palestra vicino al campo sportivo”.

La sorella di Veronica: “30 anni sono pochi”

Ai microfoni di Fanpage.it ha rilasciato un commento dopo la sentenza di condanna anche Antonella, la sorella di Veronica Panarello. A suo dire trenta anni di reclusione sono anche pochi per quanto compiuto dalla donna a suo figlio Lorys: “Trenta anni? Sono sempre pochi – ha detto ai nostri microfoni -, deve farli tutti senza sconti di pena. È lei la colpevole, da sola”.

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