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Verona, 15enne esclusa da un concorso canoro perché di colore: “Non ci sono neri italiani”

L’organizzatore del Canta Verona Music Festival: “Italiani si nasce e non si diventa, e si nasce da genitori italiani… io la penso così ed è riservato ad esclusivamente italiani di fatto”.
A cura di Davide Falcioni
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Dora B., una ragazza di 15 anni di colore – nata da genitori ghanesi residenti in Italia da 30 anni – è stata esclusa dal concorso canoro Canta Verona Music Festival: "Sei straniera", si è vista rispondere. La giovane, che coltiva da tempo il sogno di diventare una cantante, ha denunciato in prima persona quello che è, con ogni evidenza, un abuso da parte degli organizzatori del festival: quando la giovane li ha contattati per chiedere informazioni a proposito della partecipazione, le è stato risposto via Facebook che non si accettavano stranieri: "Ho la cittadinanza italiana, posso partecipare, no?". Incredibile la replica: "Italiani si nasce e non si diventa, e si nasce da genitori italiani… io la penso così ed è riservato ad esclusivamente italiani di fatto", le ha risposto l'organizzatore della gara canora.

Malgrado le insistenze di Dora l'organizzatore non ha voluto sentire ragioni. A nulla è servito spiegargli che è nata in Italia, che in questo paese vivono anche i suoi genitori e i suoi fratelli da ormai 30 anni. Nulla ha smosso le ferree convinzioni del responsabile del concorso canoro. "Ci sono anche cinesi nati in Italia – ha chiuso l’uomo – ma non sono italiani". La quindicenne a quel punto ha deciso che era troppo e che solo rendendo pubblica quella conversazione sarebbe stata in grado di sperare di far valere i suoi diritti. Nel giro di poche ore la vicenda è rimbalzata sul web ed è diventata caso nazionale.

Le scuse dell'organizzatore: "Mi sono rovinato la vita"

Le scuse dell'organizzatore del concorso canoro sono arrivate solo a quel punto, e dopo l'intervento del fratello di Dora: "Gli ho scritto che doveva chiedere scusa a mia sorella. Lui mi ha risposto che non è un razzista ma che quella è la sua opinione. Io ho cercato di fargli capire che il problema non sono le sue opinioni, il problema è scrivere che un concorso è riservato a cittadini italiani e che mia sorella non lo è perché è figlia di genitori non italiani. Quando invece anche loro lo sono. Io ho insistito per le scuse, perché mia sorella stava vivendo la cosa con grande disagio e aveva bisogno di sostegno. E siccome sono molto diretto, gliel'ho detto. Gli ho anche detto: se chiedi scusa non ti denuncio. E lui alla fine ha chiesto scusa, ma soltanto dopo che mia sorella aveva diffuso gli screenshot e la storia iniziava a girare". Dal canto suo l'organizzatore ha cercato di spiegare: "Ho 42 anni – ha raccontato a Repubblica – e faccio questo mestiere da 24. Non sono razzista, la mia ragazza è straniera e ho amici di ogni nazionalità. Ricevo tanti contatti su Facebook. Ma come faccio a sapere chi c'è dietro quel profilo? Mi rendo conto di aver sbagliato a scrivere quelle cose, ma non sapevo con chi avessi realmente a che fare. Credevo fosse uno scherzo, una provocazione. Comunque, quella è la mia opinione, non credo di aver commesso un reato. E invece qui mi rovino la vita".

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