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Vent’anni fa l’omicidio di Iqbal Masih, il bimbo operaio

Il barbaro assassinio del bambino di 12 anni, diventato simbolo della lotta allo sfruttamento del lavoro minorile è avvenuto vent’anni fa. E oggi quella lotta per la dignità è stata dimenticata?
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«Nessun bambino dovrebbe impugnare mai uno strumento di lavoro. Gli unici strumenti di lavoro che un bambino dovrebbe tenere in mano sono penne e matite». La lezione di Iqbal Masih andrebbe ricordata ogni benedetto giorno. Il bimbo-operaio pakistano, ucciso il 16 aprile 1995 quando, ad appena 12 anni – più uomo di tanti altri – era riuscito a far conoscere al mondo lo sfruttamento minorile in Pakistan. Vent'anni dopo il suo barbaro omicidio le cose non sono cambiate: Iqbal è un simbolo, ma l'Onu documenta ancora il sistematico disprezzo dei diritti dei bambini. Se dimenticassimo il sacrificio di questo bambino lo uccideremmo un'altra volta. Non dobbiamo.

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Giornalista professionista, capo cronaca Napoli a Fanpage.it. Insegna Etica e deontologia del giornalismo alla LUMSA. Ha una newsletter dal titolo "Saluti da Napoli". È co-autore dei libri "Il Casalese" (Edizioni Cento Autori, 2011); "Novantadue" (Castelvecchi, 2012); "Le mani nella città" e "L'Invisibile" (Round Robin, 2013-2014). Ha vinto il Premio giornalistico Giancarlo Siani nel 2007 e i premi Paolo Giuntella e Marcello Torre nel 2012.
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