Venezia, tangenti per non pagare le tasse: 16 arresti, anche due colonnelli della Finanza
Un sistema corruttivo nel quale chi aveva responsabilità nella Guardia di Finanza e negli uffici dell'Agenzia delle Entrate si sarebbe accordato con gli imprenditori per aggiustare gli accertamenti fiscali in cambio di denaro o costosi regali. È quanto ipotizza un vasta inchiesta coordinata dalla Procura di Venezia che nella mattinata di venerdì ha portato all'arresto di ben 16 persone, quattordici in carcere e due ai domiciliari. Tra di loro figurano tre dirigenti dell'Agenzia delle Entrate, un giudice tributario della Commissione regionale in Veneto, commercialisti, imprenditori e anche due tenenti colonnello della Guardia di finanza, tutti accusati di aver fattio parte a vario titolo al meccanismo corruttivo
L'indagine, condotta dal nucleo di polizia tributaria della stessa Guardia di finanza di Venezia, è partita a seguito di intercettazioni raccolte nell'inchiesta Mose e che hanno dato vita ad un filone collaterale. In alcune conversazioni intercettate infatti erano emersi comportamenti sospetti, tenuti da un dirigente dell’amministrazione finanziaria.
Secondo le Fiamme Gialle, dall'inchiesta è emerso che gli indagati "con diversi ruoli, si impegnavano in fatti di corruzione commessi al fine di sgonfiare gli importi delle imposte da pagare da parte di imprese già sottoposte a verifiche fiscali". Secondo i finanzieri, diversi gli episodi di corruzione emersi nel corso degli accertamenti, soprattutto specie tra Venezia e Verona, che hanno riguardato dirigenti e funzionari pubblici, professionisti e dirigenti di aziende private. Per ordine dei magistrati posti sotto sequestro anche 440mila euro ritenuti frutto dell'attività corruttiva.
"L'Agenzia delle Entrate, che sta coadiuvando l'autorità giudiziaria, ha comunicato di aver sospeso i dipendenti coinvolti nella vicenda. "Pur nella speranza che possano dimostrare la propria innocenza, l'Agenzia delle Entrate ha provveduto all'immediata sospensione dei dipendenti coinvolti nell'inchiesta ancora in servizio al fine di tutelare la dignità delle lavoratrici e dei lavoratori che operano onestamente e scrupolosamente, nonché al fine di garantire l'immagine dell'Agenzia delle entrate e l'indispensabile rapporto di fiducia che i contribuenti devono poter avere con essa, saranno avviate tutte le misure sanzionatorie e risarcitorie" ha fatto sapere l'Ente.