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Venezia, nel 2010 uccise la ex con 63 coltellate: tra un anno potrebbe tornare libero

Andrea Donaglio, omicida reo confesso di Roberta Vanin e condannato per il delitto a 16 anni di reclusione, potrebbe tornare in parziale libertà fra qualche mese.
A cura di Susanna Picone
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Roberta Vanin aveva 43 anni quando fu accoltellata a morte da Andrea Donaglio, il suo ex compagno di 47 anni. Fu accoltellata ben 63 volte tra collo e addome nel negozio nel quale lavorava a Spinea, in provincia di Venezia. Era il 6 luglio del 2010, il brutale delitto si consumò in pochi minuti a ora di pranzo e, dopo aver ucciso Roberta, Donaglio – professore di chimica in una scuola di Mirano – provò a suicidarsi con la stessa arma. L’uomo è finito in carcere, condannato a sedici anni di reclusione con rito abbreviato, ma presto potrebbe già uscirne. Come ricostruiscono i quotidiani locali, infatti, se il detenuto godrà dei benefici per buona condotta previsti dalla legge potrebbe essere fuori in semi libertà tra circa un anno, nel 2018.

L’omicidio di Roberta Vanin a Spinea

Il giorno del delitto la vittima aveva appena chiuso il suo negozio di prodotti bio in pieno centro a Spinea e stava per uscire per la pausa pranzo quando il suo ex la assalì con un coltello da cucina. L’uomo avrebbe agito per gelosia, perché non riusciva ad accettare che Roberta lo avesse lasciato e che aveva trovato un altro uomo. A scoprire il corpo della donna senza vita fu il padre di lui che non vedendo rientrare il figlio a casa era andato a cercarlo in negozio. L’uomo chiamò subito un'ambulanza che riuscì a soccorrere solo l’uomo, il cui tentativo di suicidio era fallito. Fu sottoposto a un intervento chirurgico e si salvò. La donna giaceva invece in una pozza di sangue quando arrivarono i soccorritori.

Andrea Donaglio condannato a 16 anni di reclusione

Per Donaglio la Procura di Venezia aveva chiesto trenta anni di reclusione, ma alla fine l'omicida fu condannato in primo grado e poi in appello a sedici anni di reclusione che sta scontando al Due Palazzi di Padova. Già all’epoca fece scandalo la condanna, giudicati troppo clemente per un delitto così atroce. “Ho perso fiducia nella giustizia”, commentò la madre della vittima all’indomani della sentenza. “Si è presa 63 coltellate e chi l’ha scannata sarà fuori tra pochi anni”, disse ancora senza nascondere la sua amarezza per la decisione dei giudici.

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