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Venezia, la beffa Mose: “Non proteggerà Piazza San Marco dall’acqua alta”

La denuncia di commercianti e ristoratori veneziani: “Interventi complementari mai realizzati”.
A cura di Antonio Palma
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Il Mose, il complesso sistema di barriere in mare progettato per proteggere Venezia dall'innalzamento del livello del mare, potrebbe non salvare affatto il centro storico del capoluogo veneto e Piazza San Marco dall'acqua alta. Lo denunciano con forza gli abitanti, i commercianti e i ristoratori della zona oltre che il responsabile della Basilica di San Marco, l'architetto Ettore Vio. "Se, come hanno deciso, il Mose verrà alzato soltanto quando la marea è a 110 centimetri, il problema non è affatto risolto perché la Basilica inizia ad andare sott’acqua a 80 centimetri e nel 2014 è successo 200 volte" sottolinea Vio, avvertendo: "Se non si interviene in tempo rischiamo di perdere un patrimonio immenso, mosaici del tredicesimo secolo compresi". "È uno scandalo, hanno speso oltre 5 miliardi per fare il Mose, hanno rubato decine di milioni in tangenti e non sono riusciti a fare le opere complementari di San Marco" è la denuncia ancora più rabbiosa dell’associazione Piazza San Marco, che riunisce oltre cento persone interessate all'argomento. Il riferimento ovviamente è allo scandalo mose per corruzione e riciclaggio che ha portato a numerosi arresti.

Risorse sprecate

In realtà questa situazione era già nota da tempo perché tutti sanno che la piazza ha la sfortuna di essere tra le zone più basse di Venezia e per questo erano stati previsti interventi complementari al Mose però mai effettuati. Il costo era all'epoca di 100 miliardi di lire, poi salito a 100 milioni di euro. Una grossa cifra, ma decisamente inferiore al costo del Mose (5,4 miliardi di euro). "Se le mazzette fossero finite in queste casse non saremmo qui a parlarne" accusano i commercianti, spiegando che ormai non ci sono più risorse disponibili. "Hanno ragione i commercianti, posso dire solo questo. Anzi, aggiungo che lo stesso problema avrà Rialto, altra zona bassa. L’acqua entrerà dalle forine, la piazza doveva essere impermeabilizzata. Anche se ritengo che un utilizzo elastico del Mose possa limitare i danni" ammette il direttore generale del Consorzio Venezia Nuova, cioè chi dovrebbe provvedere alla salvaguardia di Venezia.

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