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“Venexit”: il Veneto vota avere per bilinguismo e status di minoranza etnica

La norma è passata con 27voti favorevoli (di Lega Nord, Lista Zaia e tre consiglieri tosiani), 16 contrari e 5 astenuti. Il modello che i promotori vogliono emulare, è quello dell’Alto Adige: bilinguismo, il rilascio di una sorta di patentino di veneto, cartellonistica in due lingue, e dialetto insegnato a scuola. Previsti anche mezzi di comunicazione, giornali, tv ad hoc e posti riservati nella pubblica amministrazione.
A cura di C. T.
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Il Consiglio regionale del Veneto ha votato una proposta di legge per il riconoscimento della popolazione come "minoranza nazionale". Sostanzialmente si chiede che lo Stato applichi in regione la Convenzione quadro europea varata dal Consiglio d'Europa per tutelare le minoranze storiche, come quella dei rom, ratificata anche dall'Italia nel 1997. E già c'è chi parla di "Venexit".

La norma – proposta da quattro Comuni, Grantorto, Segusino, Santa Lucia di Piave e Resana – è passata con ventisette voti favorevoli (di Lega Nord, Lista Zaia e tre consiglieri tosiani), sedici contrari e cinque astenuti. Il modello che i promotori vogliono emulare, è quello dell'Alto Adige: bilinguismo, il rilascio di una sorta di patentino di veneto, cartellonistica in due lingue, e dialetto insegnato a scuola. Ma non solo, sono previsti anche mezzi di comunicazione, giornali, tv ad hoc e posti riservati nella pubblica amministrazione in base alla "veneticità". "Miriamo a vedere riconosciuti ai veneti gli stessi diritti assicurati agli altoatesini o ai trentini, ai quali sono garantiti dallo Stato italiano risorse e mezzi per tutelare le minoranze di cultura tedesca, ladina, cimbra", ha spiegato il relatore leghista Riccardo Barbisan. Ma, come ha illustrato l'estensore materiale della proposta di legge, il presidente dell’istituto di lingua veneta Loris Palmerini, nel testo c'è posto anche per la questione migratoria: "Il senso è che un prefetto non può fare quello che gli pare se sta colonizzando un territorio con decine di migranti, i sindaci devono rivendicare i loro diritti di minoranza nazionale discriminata.

Il testo di legge presenta non pochi dubbi di costituzionalità, ma secondo la maggioranza, compreso il presidente della Regione Luca Zaia, il bilinguismo e la dichiarazione di appartenenza etnica devono partire subito. Eventualmente, poi, ci si fermerà davanti a un pronuniciamento contrario della Consulta. Pd e opposizione, invece, prima di "sostenere oneri pubblici assurdi" e promuovere "discriminazioni" vorrebbero attendere un eventuale via libera della Corte costituzionale.

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