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Veneto, Greenpeace: “Acqua contaminata da Pfas nelle scuole primarie”

Il rapporto “Non ce la beviamo” presentato ieri da Greenpeace ha rivelato la presenza di Pfas nelle acque erogate in gran parte del Veneto. Il consiglio regionale, intanto, ha istituito una commissione d’inchiesta.
A cura di Davide Falcioni
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Livelli di Pfas  superiori ai limiti imposti negli Stati Uniti e in Svezia sono stati riscontrati nell'acqua erogata in alcune scuole primarie del Veneto. In un istituto di San Giovanni Lupatoto (Verona), "è stato addirittura superato, seppur di poco, il livello di Pfos (acido Perfluorottansolfonico) consentito nell’acqua potabile in Veneto". A renderlo noto è il rapporto "Non ce la beviamo", presentato a Padova ieri da Greenpeace e contenente i risultati di uno studio realizzato dall'Ong sull’acqua potabile raccolta in 18 scuole primarie e sette fontane pubbliche nelle province di Vicenza, Verona, Padova e Rovigo. "In più della metà dei campioni sono stati superati i valori di Pfas ritenuti sicuri per la salute in Svezia e Stati Uniti", afferma l'associazione, e "questo dato è ancora più grave visto che gran parte dei superamenti riguarda le scuole e i bambini, come è noto, sono tra i soggetti più a rischio".

Secondo Greenpeace "i risultati hanno evidenziato, seppur in concentrazioni diverse, la presenza di Pfas in tutti i campioni analizzati, incluse Padova, Verona, Vicenza e alcuni Comuni della provincia di Rovigo". Per l’associazione "possiamo dire ora che i cittadini potenzialmente esposti alla contaminazione da Pfas attraverso l’acqua potabile sono oltre 800.000 e che i provvedimenti di tipo sanitario adottati finora dalla Regione Veneto non sono sufficienti a tutelare l’ambiente e la salute dei cittadini".

Dal canto suo il Consiglio regionale del Veneto ha approvato con voto unanime la proposta che istituisce la Commissione d’Inchiesta per le acque inquinate del Veneto in rapporto alla contaminazione di sostanze perfluoroalchiliche, i cosiddetti Pfas, ovvero sostanze utilizzate in molti prodotti e applicazioni industriali, dotate di alta persistenza nell’ambiente ed assorbibili anche da parte dell’organismo umano, in particolare tramite il consumo dell’acqua potabile e di alimenti. L’area interessata dall'inquinamento di Pfas in ambiente si estende per circa 200 chilometri quadrati e tocca quattro province venete (Vicenza, Verona, Padova e Rovigo).

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