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Vatileaks 2, Chaouqui: “In Vaticano molti vogliono Papa Francesco morto”

Francesca Immacolata Chaouqui, imputata nel processo Vatileaks2, dice di essere nei guai “per uno squallido gioco di potere di cardinali”.
A cura di Susanna Picone
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“Molti in Vaticano voglio morto Francesco. Me lo ha detto un cardinale: il Santo Padre passa, la Curia resta”: a parlare alla Stampa è Francesca Immacolata Chaouqui, imputata nel processo Vatileaks 2 col prelato Vallejo Balda. “Sono nei guai – ha detto la Chaouqui – per uno squallido gioco di potere di cardinali. Chi ha armato la mano contro di me è un nemico del Papa, ho fornito le prove alla Gendarmeria”. Chaouqui ha fatto riferimento anche all’ex maggiordomo Paolo Gabriele e ha rivelato: “Ho le prove. Fu usato per lotte di potere tra cardinali. Vatileaks 1 non c'entra con le dimissioni di Benedetto. Oggi, attraverso veline ai giornali, i miei nemici sono gli stessi che hanno attaccato il prelato dello Ior, Battista Ricca. I giornalisti sono strumenti, dietro ci sono mandanti che non perdonano a Francesco di aver fatto nomine prescindendo dalle gerarchie della Segreteria di Stato. Sono gli stessi interni che sperano che papa Bergoglio muoia da un giorno all'altro”.

“Sesso con Balda? Non mi è mai passato per la mente” – Chaouqui, a proposito delle figure che sarebbero dietro allo scandalo Vaticano, ha detto di aver “consegnato le prove alla Gendarmeria”. “Ho agito solo per amore del Papa. In Vaticano ho lavorato gratis e non mai fatto da intermediaria con la politica. Conoscevo già tutti”, ha continuato. Alla domanda di chi l’ha voluta alla Curia lei risponde di non saperlo e che non lo sa neppure Papa Francesco: “Mi telefonò l’assessore della Segreteria di Stato, Peter Wells. Ho fatto un errore ad accettare. Credevo di svolgere un servizio al Papa e mi sono ritrovata in gravi guai”. E, infine, alla domanda sui rapporti sessuali con monsignor Balda ha risposto: “Non mi è mai passato per la mente. Gli serviva un episodio scatenante per giustificare un ricatto e per inventarsi un motivo che lo avrebbe indotto a consegnare i documenti segreti”.

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