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Vaticano: lo scandalo dell’attico del Cardinal Bertone arriva in tribunale

Rinviati a giudizio Giuseppe Profiti, ex presidente del Bambino Gesù, e l’ex tesoriere Massimo Spina. Secondo l’accusa sarebbero stati pagati per fini extra istituzionali oltre 420mila euro per i lavori di ristrutturazione del super-appartamento di proprietà del Governatorato destinato a residenza del cardinale.
A cura di Biagio Chiariello
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Arriva in aula lo scandalo sulla ristrutturazione dell'attico dell'ex Segretario di Stato Vaticano, il cardinale Tarcisio Bertone, pagato, stando alle accuse, con fondi stornati dalle casse dell'ospedale Bambin Gesù di Roma. Comincerà il 18 luglio la prima udienza in cui il Tribunale della Santa Sede ha rinviato a giudizio gli unici due iscritti nel registro degli indagati, Giuseppe Profiti, ex presidente del Bambino Gesù, e l'ex tesoriere Massimo Spina. Bertone, beneficiario dell'attico di Palazzo San Carlo, non è indagato. L'accusa è quella di aver distratto 422mila euro dai soldi destinati ai progetti dell'ospedale pediatrico per "per fini completamente extraistituzionali", ovvero i lavori della casa del cardinale. Si indaga per l’imputazione di appropriazione indebita.

La ricostruzione del cardinale

Fare luce sulla vicenda, "questo è il significato della decisione presa, in linea con quella trasparenza da portare all'interno della Chiesa, su cui il Papa ha insistito tanto", ha detto il Segretario di Stato Vaticano, il cardinale Pietro Parolin. "Ed è giusto – ha aggiunto – che ognuno renda conto dei propri comportamenti". L'apertura dell'inchiesta a carico dei due ex manager del Bambino Gesù risale a marzo dello scorso anno. Profiti e Spina, "entrambi pubblici ufficiali, hanno utilizzato in modo illecito, a vantaggio dell'imprenditore Bandera, denaro appartenente alla Fondazione Bambino Gesù, denaro del quale entrambi avevano la disponibilità in ragione delle funzioni dagli stessi ricoperte. In particolare sono stati pagati per fini completamente extraistituzionali euro 422.005,16, utilizzandoli per effettuare lavori di ristrutturazione edilizia di un immobile di proprietà del Governatorato, destinato a residenza del Segretario di Stato emerito, per avvantaggiare l'impresa di Gianantonio Bandera. Reato commesso nella Città del Vaticano, dal novembre 2013 al 28 maggio 2014″.

Il caso dell'attico in Vaticano

L’ex segretario di Stato della Santa Sede si è sempre detto estraneo a questa vicenda. Per la ristrutturazione del suo mega-appartamento di 700 metri quadrati in Vaticano affermò di avere versato al Governatorato 300mila euro. Successivamente il cardinale aveva anche fatto una donazione di 150mila euro all'ospedale pediatrico precisando però che era "una donazione volontaria e non un risarcimento". Tale circostanza pone anche l'ipotesi di un doppio pagamento alla stessa ditta, da parte del Bambino Gesù e anche dal Governatorato che aveva a sua volta ricevuto i soldi dall'interessato, l'ex Segretario di Stato di Benedetto XVI. Ma nella richiesta di rinvio a giudizio nei confronti di Profiti e Spina non se ne fa voce.

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