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Vaticano, festini gay e droga al Palazzo dell’ex Sant’Uffizio: fermato un monsignore

L’uomo, colto sul fatto dagli uomini della Gendarmeria, sarebbe prima stato ricoverato in una clinica romana per disintossicarsi e poi trasferito in un convento in Italia, dove si trova attualmente. Il religioso era in predicato di diventare vescovo, ma la nomina è stata fermata.
A cura di Ida Artiaco
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Piazza San Pietro in Vaticano (Getty).
Piazza San Pietro in Vaticano (Getty).

È stato scoperto dagli uomini della Gendarmeria vaticana durante un festino gay a base di droga in un appartamento nel Palazzo dell'ex Sant'Uffizio. Per questo un noto monsignore, di cui non è stata svelata l'identità, è stato fermato e allontanato per disintossicarsi in luogo lontano, nel riserbo più assoluto. È questo l'ultimo scandalo a luci rosse che fa infuriare Papa Francesco, come riferisce Il Fatto Quotidiano. Il protagonista della vicenda, che svolge le mansioni di segretario di un importante porporato a capo di un dicastero della Curia romana, è stato prima ricoverato in una clinica romana per disintossicarsi dalle sostanze stupefacenti di cui abusava e attualmente si trova in ritiro spirituale in una località italiana segreta.

In Vaticano, ovviamente, le bocche sono cucite. Non trapela nessun dettaglio sull'operazione portata avanti negli ultimi mesi dagli uomini guidati da Domenico Giani, anche se pare siano giunte in passato numerose lamentele per il continuo via vai di persone dall'appartamento del monsignore, lì dove qualche anno prima l'allora cardinale Joseph Ratzinger aveva svolto il suo incarico di prefetto della Congregazione per la dottrina della fede prima di essere eletto Papa. In realtà, scrive Il Fatto Quotidiano, l'abitazione nella quale si consumavano i festini a base di sesso e droga non doveva essere assegnata a un semplice monsignore, ma riservata ai superiori. Il che aveva provocato numerosi malumori ai piani alti della Curia Romana, così come il fatto che il prelato fermato avesse una macchina lussuosa con la targa della Santa Sede, anche questo privilegio di pochi. Probabilmente, era proprio questo veicolo che consentiva al suo proprietario di trasportare la droga senza essere mai fermato dalla polizia italiana.

Il Palazzo dell'ex Sant'Uffizio, dove il monsignore è stato colto in flagrante, ha l'ingresso principale che dà direttamente sull'omonima piazza, già territorio italiano. Per cui chiunque può entrarvi, di giorno e di notte, senza subire alcun controllo da parte delle Guardie Svizzere e della Gendarmeria. Fino a quando, però, proprio quest'ultimi non hanno fatto irruzione nell'appartamento del prelato. L'unica cosa certa è che la vicenda ha turbato, e non poco, Papa Francesco. Secondo alcune voci, pare che proprio Bergoglio, considerando l'età del monsignore, che ha superato i 75 anni, voglia accelerarne il pensionamento. Resta, infine, da capire la posizione del cardinale di cui il religioso era segretario e che pare lo abbia proposto per l'episcopato, cioè per farlo nominare vescovo. Ma qualcuno, come si legge sul Fatto, "ha fermato questa nomina prima che fosse troppo tardi".

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