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Vantaggiato in aula, il pm: “Non è malato, da parte sua una sceneggiata”

Si è aperto stamane il processo a Brindisi per l’attentato del 19 maggio alla Morvillo-Falcone. L’imputato Giovanni Vantaggiato rifiuta le riprese, dalla scuola di fronte urlano gli amici di Melissa Bassi: “Vogliamo giustizia”.
A cura di Susanna Picone
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Si è aperto stamane il processo a Brindisi per l’attentato del 19 maggio alla Morvillo-Falcone. L’imputato Giovanni Vantaggiato rifiuta le riprese, dalla scuola di fronte urlano gli amici di Melissa: “Vogliamo giustizia”.

Si è aperto questa mattina il processo relativo ai fatti del 19 maggio scorso a Brindisi, quando l’unico imputato (reo confesso) Giovanni Vantaggiato piazzò una bomba dinanzi alla scuola Morvillo-Falcone e provocò la morte della giovane di Mesagne Melissa Bassi. L’imprenditore di Copertino è arrivato al tribunale di Brindisi dopo sei mesi di isolamento in carcere: visibilmente dimagrito e in pessimo stato non ha proferito alcuna parola di fronte ai tanti fotografi e giornalisti dinanzi all’aula. E non ha risposto nemmeno in aula tanto che è stato il suo legale Franco Orlando a non consentire la diffusione della sua immagine. Nella stessa aula del tribunale in cui ha preso posto Vantaggiato ci sono anche tutti i parenti e le amiche di Melissa Bassi, comprese le altre ragazze rimaste ferite nell’attentato che avrebbero voluto avvicinarlo per guardarlo negli occhi. Massimo e Rita Bassi, i genitori di Melissa, sono seduti in prima fila in silenzio, non si sono voltati mai verso l’imputato. Anche loro vogliono partecipare a tutto il processo, nonostante siano consapevoli di quanto possa essere doloroso. E in aula c’è Cosimo Parato, l’imprenditore di Torre Santa Susanna vittima di un altro attentato di cui è accusato Vantaggiato. Tutte queste persone ora chiedono giustizia.

I ragazzi affacciati alle finestre della scuola – Inoltre, dato che il tribunale di Brindisi si trova proprio di fronte alla scuola sede dell’attacco, tanti degli studenti della Morvillo-Falcone hanno “partecipato” all’arrivo in tribunale dell’uomo che ha ucciso Melissa. I ragazzi, affacciati alle finestre della scuola, hanno urlato contro Vantaggiato e contro i giornalisti presenti la loro sete di giustizia. La difesa di Vantaggiato ha chiesto alla Corte d’assise una perizia psichiatrica “con riferimento alla capacità di intendere e di volere dell’imputato” al momento del delitto e per valutare le condizioni dell’uomo “in relazione alla sua capacità di stare in giudizio”. Secondo l’accusa, però, Giovanni Vantaggiato non è credibile nella "sceneggiata che sta portando avanti per sostenere la tesi del vizio di mente". Così il procuratore Cataldo Motta in una pausa: “La mia impressione, per situazioni che conoscete benissimo, è che sia tutto artefatto. Si costituisce uno stato di mente tale da poter chiedere l'infermità mentale". Secondo lui ora non dirà più nulla proprio perché punta all'incapacità di intendere e di volere.

La Corte ammette una trentina di parti civili – I giudici hanno ammesso la costituzione di parte civile da parte del Comune di Mesagne – dato che l'attentato avrebbe avuto "conseguenze per la comunità mesagnese" – e la costituzione di parte civile da parte dei genitori di una ragazza minorenne che avrebbe subito conseguenze psicologiche dall'esplosione e anche dal fatto di aver visto i corpi bruciati delle sue compagne. Ammessi anche i genitori e gli zii di Melissa Bassi, il Comune e la Provincia di Brindisi, la Regione Puglia, la scuola Morvillo-Falcone, i ministeri della Pubblica istruzione e dell'Interno, la vittima del primo attentato compiuto da Vantaggiato risalente al febbraio del 2008, e le altre ragazze rimaste ferite e ai loro genitori. La Corte non ha, invece, ammesso la costituzione di parte civile presentata  dall'avvocato Franco De Jaco, legale dell’uomo che in primo momento fu sospettato di essere il responsabile dei fatti della scuola.

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