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“Vannoni è un santone e la cura Stamina non funziona”

La testimonianza di una donna, la madre di un giovane malato di sclerosi multipla, al quotidiano La Stampa. Si chiama Laura Piumetti, ha detto di aver incontrato anni fa il presidente di Stamina Foundation e di aver speso, nella speranza di salvare suo figlio, 28mila euro.
A cura di Susanna Picone
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Il caso Stamina continua a far discutere. Dopo i verbali choc dei Nas e degli esperti che hanno valutato il metodo di Davide Vannoni, il quotidiano La Stampa pubblica oggi la testimonianza di una donna che non esita a definire il presidente di Stamina Foundation “un santone”. Una donna, si chiama Laura Piumetti ed è una impiegata 57enne di Torino, che sarebbe arrivata a farsi anticipare il quinto del suo stipendio per pagare le cure staminali al figlio. Quel figlio, Davide, malato di sclerosi multipla e costretto su una carrozzina. “Come madre sei disposta a tutto, sei pronta a credere a tutto e a tutti, anche a un santone, anche al professor Vannoni”, afferma la donna. L’impiegata torinese dice di aver speso 28mila euro per inseguire il sogno di vedere suo figlio di nuovo in piedi. Racconta che Davide ha iniziato le cure nel 2008, si è sottoposto alle punture per due anni a San Marino, all’Istituto di Medicina del benessere. “Ma dopo due anni di terapia – spiega -, quando ci siamo accorti che non servivano a nulla ho deciso di andare dai carabinieri del Nas. In quel periodo incominciavano a essere pubblicati i primi articoli sulle indagini del procuratore Guariniello sul caso Stamina e allora ho capito che non eravamo stati presi in giro solo noi”.

Spesi 28mila euro per le cure – Laura Piumetti a La Stampa parla di coloro che vogliono essere curati a Brescia come persone “che non hanno ancora provato la nostra disillusione, il nostro disincanto”. Persone spinte dalla forza della speranza, quella che dice di aver avuto anche lei “e tutti gli altri genitori che hanno creduto alle capacità oratorie e persuasive del professor Vannoni”. La donna dice che però quella cura non funziona, ragiona sui miglioramenti che alcuni genitori dicono di vedere sui propri figli, miglioramenti che lei avrebbe visto anche su Davide ma che sarebbero durati pochissimo. Poi parla dell’incontro con Vannoni: “Mi ha ricevuto in quel sottoscala in via Giolitti dove ero andata da sola, perché prima di coinvolgere mio figlio volevo capire di che si trattasse. Vannoni mi ha mostrato da un computer un video con un malato di Parkinson perfettamente guarito dopo la terapia delle cellule staminali. Chiesi di visionarne altri, mi rispose che in quel momento disponeva solo di quello ma che ne esistevano molto altri. Poi mi specificò il conto: 28 mila euro. Noi non li avevamo e quindi mi feci anticipare il quinto dello stipendio”. Quei soldi li avrebbe versati alla Rewind biotech srl, una società riconducibile proprio a Davide Vannoni. Poi le cure, a suo dire inutili, a San Marino.

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