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Vannoni annuncia: “Due Stati esteri hanno autorizzato il metodo Stamina”

Il presidente di Stamina Foundation in un post su Facebook ha annunciato che due Stati esteri hanno approvato e autorizzato la metodica Stamina e un terzo sta decidendo in questi giorni. Ma al momento non rivela quali sono questi Paesi.
A cura di Susanna Picone
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“Cari amici, il silenzio non è sinonimo di inattività, anzi mai ci fu periodo così frenetico come questo nella storia di Stamina”: inizia così un lungo post apparso sul profilo Facebook di Davide Vannoni, presidente di Stamina Foundation. Vannoni, che intanto ha annunciato la sua candidatura alle Elezioni Europee, è tornato a parlare del controverso metodo Stamina. Ha annunciato che è nato il Movimento Stamina Italia Onlus “apartitico, apolitico, ma sostanzialmente pro speranza e pro cure compassionevoli” che andrà a sostituire i comitati pro stamina regionali per dare nuova linfa alla battaglia e ha fatto sapere che ci sono due Stati esteri che hanno approvato e autorizzato la metodica Stamina. Un terzo, inoltre, secondo quanto annunciato da Vannoni sta decidendo in questi giorni. Raggiunto telefonicamente da Adnkronos Salute, Vannoni non ha però voluto dire quali sono questi due Paesi. “Già in passato, quando ho rivelato i contatti con altri Stati sono state fatte pressioni sui ministeri di riferimento. E poi la questione riguarda ora soprattutto i pazienti che si sono costituiti in cooperativa e che si attiveranno per ottenere le cure in quei Paesi”, ha spiegato il papà del metodo Stamina. Che ha comunque detto che non si ferma l’attività in Italia: “Non vogliamo dare agli italiani che hanno risposto fiducia in Stamina un futuro da esuli anche se il ministro nullafacente della salute se lo meriterebbe abbondantemente”, così Vannoni su Facebook.

Il ruolo della magistratura – Nel suo post di oggi, il presidente di Stamina è tornato anche sul ruolo della magistratura in questa vicenda sottolineando l'importanza dell'ultima pronuncia, quella del tribunale di Marsala che ha ordinato agli Spedali civili di Brescia di riprendere le terapie del piccolo Gioele. “La sua sentenza che richiede al nosocomio Bresciano di riprendere immediatamente le cure per il piccolo Gioele in alcuni passaggi mette in luce verità che meritano di essere sottolineate”, così Vannoni parlando della “barbarie messa in atto dallo Stato italiano” contro alcuni malati, le responsabilità dei medici, il danno che si sta facendo alla società e alla comunità scientifica "negando la possibilità di apprezzare fino in fondo le caratteristiche e le prospettive di questa metodica".

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