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Vaccini, allarme dell’ISS: “Siamo al limite. Rischio ritorno di malattia scomparse”

L’Istituto Superiore di Sanità lancia l’allarme: “Si rischia di avere gravi conseguenze sia sul piano individuale che collettivo poiché scendere sotto le soglie minime significa perdere via via la protezione della popolazione nel suo complesso e aumentare contemporaneamente il rischio che bambini non vaccinati si ammalino e che si verifichino epidemie importanti”.
A cura di Davide Falcioni
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Il caso dei vaccini antinfluenzali della Crucell e della Novartis ritirati nelle ultime settimane finisce nel mirino degli inquirenti: la Procura di Torino ha aperto un’inchiesta dopo il rilevamento di anomalie nella composizioni delle dosi ritirate.

Aumenta in Italia il rischio di un ritorno di malattie che sembravano scomparse negli ultimi anni. A dare l'allarme è l'Istituto Superiore di Sanità, che rivela come la cpertura vaccinale nel nostro paese sia arrivata ai limiti della soglia di sicurezza: diventa, di conseguenza, improcrastinabile l'approvazione del nuovo Piano Nazionale per la Prevenzione Vaccinale proposto dallo stesso istituto insieme a Ministero della Salute, Consiglio Superiore di Sanità ed Agenzia Italiana del Farmaco al Tavolo di coordinamento per la prevenzione delle Regioni italiane.

Secondo i dati dell'ISS, resi noti dal Ministero della Salute, saremmo di fronte a un tasso di vaccinazioni al di sotto degli obiettivi minimi previsti dal precedente piano. Scendono, infatti, al di sotto del 95% le vaccinazioni per tetano, poliomielite, difterite ed epatite B e la percentuale cala ulteriormente per le vaccinazioni contro la parotite, il morbillo e la rosolia, che raggiunge una copertura del 86%, diminuendo di oltre 4 punti percentuali. "Questa situazione, che tende progressivamente a peggiorare – spiega il presidente dell'Istituto, Walter Ricciardi -, rischia di avere gravi conseguenze sia sul piano individuale che collettivo poiché scendere sotto le soglie minime significa perdere via via la protezione della popolazione nel suo complesso e aumentare contemporaneamente il rischio che bambini non vaccinati si ammalino, che si verifichino epidemie importanti, che malattie per anni cancellate dalla protezione dei vaccini non siano riconosciute e trattate in tempo. E' necessario che, a fronte dei dubbi dei cittadini, gli operatori siano in grado di far comprendere che la mancata vaccinazione crea un rischio enormemente più alto rispetto a quello temuto di eventuali effetti collaterali. E' inammissibile che un operatore sanitario pubblico, in scienza e coscienza, possa avanzare dubbi sull'efficacia e sull'opportunità dei vaccini – dichiara Riccairdi -, di un atto che ha anche un valore etico per la tutela della salute pubblica. In questo senso è necessaria una nuova alleanza tra medici, operatori sanitari, ricercatori e industria per evitare che il patrimonio di salute pubblica conquistato in anni di campagne vaccinali vada disperso. Se oggi è possibile avanzare dubbi sull'opportunità di una campagna vaccinale è perché probabilmente si è persa la memoria storica delle epidemie e della mortalità infantile che prima che fossero scoperti vaccini e antibiotici falcidiavano letteralmente intere generazioni".

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