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Usa, la minaccia di Trump: taglierà i fondi alle città che proteggono clandestini

Fondi federali ridotti o cancellati per gli Stati e le città “santuario”, quelli che continueranno a difendere gli immigrati clandestini violando le leggi sull’immigrazione. Lo annuncia il ministro della Giustizia Jeff Sessions.
A cura di Susanna Picone
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L'Amministrazione americana guidata dal presidente Donald Trump è pronta a tagliare i fondi federali alle amministrazioni statali e locali alle quali fanno capo le cosiddette “città santuario” che si rifiutano di applicare le leggi federali sull'immigrazione. È quanto ha annunciato il ministro della Giustizia Jeff Sessions. “Queste politiche non possono continuare. Rendono la nostra nazione meno sicura rimettendo nelle strade pericolosi criminali”, ha detto Sessions intervenendo nella sala stampa della Casa Bianca. “Chiedo agli Stati e alle giurisdizioni locali di applicare le leggi federali”, ha aggiunto il ministro. “La mancata espulsione degli stranieri condannati per reati mette le intere comunità a rischio – ha continuato il ministro della Giustizia – specialmente le comunità di migranti proprio nelle giurisdizioni santuario che tentano di proteggere i perpetratori”. O queste città “collaborano con gli agenti federali e seguono le indicazioni dell’amministrazione, o perderanno i fondi federali”, è quindi il monito lanciato da Sessions. Si tratta di miliardi di dollari a rischio, che potrebbero compromettere il funzionamento di molte aree metropolitane non solo nel settore dei servizi sociali.

La replica dei governi locali – Tra chi continua a proteggere gli immigrati senza documenti, rifiutandosi di collaborare con l'amministrazione americana che sta cercando di rafforzare le leggi sull'immigrazione, ci sono San Francisco, New York, e la California. “Non smetteremo di batterci” contro le politiche dell’immigrazione di Trump, ha fatto sapere il procuratore dello Stato di New York, Eric Schneiderman. “Nonostante quanto detto da Sessions, i governi statali e locali hanno ampia autorità sulla base della Costituzione per non partecipare all’attuazione delle leggi federali sull’immigrazione”, ha aggiunto sottolineando che il presidente “non ha l’autorità costituzionale di tagliare i fondi agli stati e alle città perché agiscono legalmente per proteggere le famiglie di immigrati”.

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