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Usa, il figlio di Muhammad Ali trattenuto per ore in aeroporto: “Sei musulmano?”

L’episodio risale all’inizio di febbraio, nei giorni dell’entrata in vigore del controverso bando sull’immigrazione del presidente Trump. Gli agenti dell’ufficio immigrazione hanno trattenuto per due ore Ali con domande sul proprio cognome e sulla fede religiosa.
A cura di Susanna Picone
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Muhammad Ali Jr, figlio quarantaquattrenne del campione della boxe, lo scorso 7 febbraio è stato fermato all'aeroporto di Fort Lauderdale, dove si trovava insieme alla madre, e interrogato per due ore presso l'ufficio immigrazione. Lo ha riferito il suo avvocato, Chris Mancini, spiegando che Muhammad Ali Jr e Khalilah Camacho-Ali stavano rientrando dalla Giamaica. Nell'aeroporto in Florida, secondo quanto ricostruito, i funzionari dell’immigrazione hanno fermato il figlio di Ali per interrogarlo con ripetute domande sulla propria fede religiosa e sul suo cognome. “Sei musulmano?”, gli hanno chiesto più volte, e ancora, “Da dove hai preso il tuo nome?”. Quando l’uomo ha risposto che, come il padre, era di fede islamica, i funzionari lo hanno sottoposto a più approfondito interrogatorio. La madre invece sarebbe stata rilasciata dopo aver mostrato agli agenti della dogana una foto che la ritraeva insieme all'ex marito. Una volta chiarita la vicenda i due sono tornati nella loro abitazione e hanno contatto il loro avvocato che ha raccontato l’accaduto a un giornale, il Louisville Courier-Journal.

La famiglia di Ali: “Episodio collegato al Muslim Ban, stiamo valutando di fare causa” – L’episodio che ha coinvolto il figlio di Ali è accaduto all'inizio di febbraio e cioè pochi giorni dopo l’entrata in vigore del controverso bando sull'immigrazione del presidente Donald Trump, poi sospeso da una corte federale dopo settimane di proteste. “Per la famiglia Ali, è evidente in maniera cristallina che quanto accaduto è direttamente collegato alle iniziative di Trump per bandire i musulmani dagli Stati Uniti”, ha detto l’avvocato alla stampa. Il legale ha anche aggiunto che con la famiglia di Ali sta valutando la possibilità di una causa federale e che sta cercando di scoprire quante altre persone siano state sottoposte allo stesso trattamento dopo il cosiddetto “Muslim ban”.

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