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USA, il caso Flynn inquieta Trump: nuove ombre sui rapporti con la Russia

L’ormai ex consigliere alla sicurezza nazionale era ricattabile dal Cremlino, secondo ammissione del Dipartimento di Giustizia. La sua controversa telefonata con l’ambasciatore russo sarebbe avvenuta ancor prima dell’insediamento di Trump e ciò è illegale. Ora i democratici al congresso chiedono un’inchiesta sui legami tra il presidente americano e Putin nelle elezioni dello scorso 8 novembre.
A cura di Biagio Chiariello
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 "Il presidente ha deciso che non c'era più un rapporto di fiducia con Michael Flynn”. E’ la ragione ufficiale, secondo quanto affermato, dal portavoce della Casa Bianca Sean Spicer, che ha portato Donald Trump a silurare il consigliere per la sicurezza nazionale. Flynn avrebbe detto la verità in merito alle sue interazioni con l'ambasciatore russo in Usa Serghei Kislyak. Dopo avere intuito che di lui non si poteva fidare, l'inquilino della Casa Bianca ne ha chiesto le dimissioni, arrivate ieri notte dopo meno di un mese. La motivazione ufficiosa è che Flynn era “ricattabile dai russi”. Lo dice lo stesso Dipartimento di Giustizia.  Flynn aveva avuto una telefonata con l'ambasciatore russo in cui avrebbe discusso delle sanzioni a Mosca. Dopo aver parlato col diplomatico, per sua stessa ammissione avrebbe fornito al vicepresidente Mike Pence informazioni incomplete sulla conversazione. Era stata poi l'allora ministro della Giustizia ad Interim Sally Q. Yates a riferire alla Casa Bianca la sua impressione: a suo avviso Flynn avrebbe mentito avari membri dell'amministrazione circa la natura delle sue conversazione con l'ambasciatore russo.

Flynn ha violato la legge?

Il New York Times avanza peraltro l’ipotesi che l’ormai ex consigliere, e ancor prima generale, abbia violato la legge Logan che vieta contatti tra privati cittadini Usa e funzionari di stati stranieri. Flynn infatti fu interrogato anche dall’FBI su quella telefonata che avvenne ancor prima di assumere l’incarico (la cerimonia di insediamento è del 20 gennaio, la conversazione con Kislyak è del 29 dicembre). Il quotidiano della Grande Mela evidenzia come al momento non sia chiaro se Flynn abbia detto o meno la verità ai federali, ossia che garantirà alla Russia una distensione in merito alla sanzioni Usa contro il Cremlino (adottate da Barack Obama a fine dicembe) una volta che Trump avesse messo piede nella Casa Bianca da Presidente. "Se si dovesse scoprire che non è stato del tutto sincero con l'Fbi, Flynn rischia un incriminazione per un reato penale", scrive il Nyt.

Democratici chiedono inchiesta sui legami Trump-Russia

Ed ora l’opposizione democratica al Congresso Usa pretende un’inchiesta sui legami tra Trump e il Cremlino, e sul potenziale ruolo di Vladimir Putin nelle elezioni presidenziali dello scorso 8 novembre. Non sono peraltro le prime accuse dei dem nei confronti dell’ex generale. Nel 2014 Flynn infatti aveva accettato di partecipare dietro compenso ad  un party dell'emittente televisiva russa RT, "il braccio propagandistico del governo russo", a cui era presente anche Vladimir Putin. In tal senso, l’opposizione ha scritto al Pentagono chiedendo in una lettera l'accesso ai documenti relativi alla cifra versata dalla rete russa a Flynn nel 2014. Ai funzionari del governo Usa – membri dell'esercito in pensione inclusi – non è consentito accettare pagamenti diretti o indiretti da parte di un governo straniero.

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