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Usa: dopo 32 anni cade il divieto per i gay di donare il sangue

La Food and Drug Administration statunitense ha deciso di dire stop al divieto ma solo per quelli che accettano 12 mesi astinenza sessuale.
A cura di Antonio Palma
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Dopo oltre 32 anni anche negli Stati Uniti cade il divieto di donare il sangue per gli omosessuali. La legge contro le donazioni per i gay, imposta negli anno '80 quando l'epidemia di Aids era ancora al suo apice, infatti è stata definitivamente abolita dalla Food and Drug Administration, l'ente statunitense che si occupa di cibo e sanità nel Paese, attraverso una nuova direttiva. L'Fda ha spiegato che il nuovo regolamento in materia è supportato da "solide prove scientifiche", assicurando che la normativa "continuerà a proteggere le scorte di sangue nazionali". Un deciso passo avanti per i diritti degli omosessuali che però è ancora un'apertura solo parziale.

La nuova direttiva infatti permette di donare sangue ma solo a patto che il donatore non abbia avuto rapporti sessuali con un altro uomo per almeno un anno. In pratica c'è il via libera alla donazione di sangue dei gay ma solo se si sottopongono ad astinenza sessuale per almeno dodici mesi. Un passaggio del regolamento statunitense fortemente criticato dalle associazioni per i diritti dei gay ma previsto anche in altri Paesi come Australia e Regno Unito.

"La responsabilità della Fda è quella di mantenere un elevato livello di scorte di sangue in sicurezza. Abbiamo agito con grande cura per assicurare che questa revisione della normativa fosse supportata da solide basi scientifiche". ha spiegato il commissario ad interim dell'authority Usa, Stephen Ostroff,. "Nel rivedere le nostre politiche per contribuire a ridurre il rischio di trasmissione del virus Hiv attraverso i prodotti derivati dal sangue, abbiamo rigorosamente esaminato diverse opzioni alternative, tra cui la valutazione del rischio individuale", ha dichiarato invece Peter Marks, vice direttore del Center for Biologics Evaluation and Research della Fda, concludendo: "La finestra di differimento di dodici mesi è supportata dalle migliori prove scientifiche attualmente disponibili. Continueremo comunque a svolgere attivamente ricerca in questo settore per rivedere le nostre politiche non appena emergeranno nuovi dati".

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