Università Statale di Milano: tasse dimezzate agli studenti-lavoratori
Il senato accademico dell'Università Statale di Milano ha approvato una norma che va decisamente incontro agli studenti che, per ragioni di lavoro, famiglia, o personali, non riuscirebbero a sostenere il 100% dei crediti formativi. Dal prossimo anno, infatti, l'ateneo darà a costoro la possibilità di pagare solo il 50 o 75% delle tasse universitarie, con l'impegno conseguente di sostenere solo la metà o tre quarti degli esami. Si tratta, evidentemente, di una piccola rivoluzione pensata soprattutto per quegli studenti che sono costretti a lavorare per pagarsi l'università, e che quindi non possono avere un rendimento identico agli altri. L'iniziativa è stata proposta dagli studenti stessi: "In un momento come questo – ha spiegato Ilaria Villa, rappresentante in senato accademico per la lista Unisì – con le carenze e i tagli al sistema del diritto allo studio, si tratta di un'opportunità in più per chi è in difficoltà economiche. Nel giro di poche ore abbiamo già ricevuto 50 e-mail di studenti entusiasti della novità".
L'approvazione della norma dovrà passare per la definizione di alcuni dettagli, ma quello che si sa è che gli interessati non saranno obbligati a mostrare contratti di lavoro per accedere all'agevolazione. Inoltre chiunque potrà modificare il proprio piano di studi semplicemente tornando al "percorso normale", pagando cioè il restante 50 o 25% di tasse universitarie. La novità, però, non piace solo agli studenti ma anche agli atenei: "È una novità molto positiva per tutta la Statale – ha detto Stefano Simonetta, delegato del rettore per il rapporto con gli studenti – che in questo modo riesce a ridurre il numero dei fuori corso. Ma è soprattutto un modo per cercare di rendere la vita più facile a chi ha difficoltà in un periodo come questo".
L'esempio di Milano non è l'unico virtuoso in Italia. A Camerino (nelle Marche), ad esempio, il rettore ha deciso di non far pagare le tasse agli studenti che hanno uno o entrambi i genitori in cassa integrazione, mobilità o disoccupazione.