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Università, il Cun lancia l’allarme: “Pochi docenti, lezioni a rischio”

Secondo il Consiglio Universitario Nazionale negli ultimi sette anni la riduzione dei finanziamenti, il blocco del turnover dei concorsi e l’abbassamento dell’età pensionabile hanno provocato un crollo verticale del 30% dei professori ordinari e del 17% degli associati.
A cura di Susanna Picone
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Non ci sono solo gli studenti ad abbandonare le aule universitarie ma di anno in anno diminuisce anche il numero di professori. È questo l’ultimo allarme lanciato dal Cun e che riguarda l’università: il numero di docenti in Italia peggiora al punto che – fanno sapere dal Consiglio Universitario Nazionale – “siamo al collasso”. Secondo il Cun negli ultimi sette anni la riduzione dei finanziamenti, il blocco del turnover dei concorsi e l'abbassamento dell’età pensionabile hanno provocato un crollo verticale del 30% dei professori ordinari e del 17% di quelli associati. La fascia dei ricercatori è a esaurimento da alcuni anni. Il Cun stima che entro il 2018 l’università avrà perso 9486 professori ordinari. Si tratta di un crollo dei docenti che supera di gran lunga la diminuzione del numero degli studenti. Lanciando l’allarme il Cun fa dunque sapere che è necessario un intervento straordinario urgente: servono 6000 assunzioni per ordinari e 14000 associati entro il 2018, 9000 ricercatori entro il 2016. In assenza di provvedimenti, secondo le proiezioni del Cun, entro il 2018 i professori ordinari caleranno del 50%. Nel 2018 infatti saranno solo 9.443 a fronte dei 18.929 del 2008, anche a causa del pensionamento di 4.400 docenti. Gli associati caleranno del 27%: nel 2018 13.278, a causa di 2.552 cessazioni, a fronte dei 18.225 del 2008. È bloccato, inoltre, anche il personale tecnico-amministrativo dove si registra una riduzione del 10% dal 2018.

Si diventa professori sempre più avanti con l’età –  Il Consiglio Universitario Nazionale rendo poi noto che si diventa professori e ricercatori sempre in età più avanzata: in media si è ordinari a 51 anni, associati a 44 anni e ricercatori a 37 anni. Secondo Andrea Lenzi, presidente del Cun, "la grave diminuzione numerica in corso, mai registrata in precedenza di queste dimensioni, renderà improponibile la corretta gestione e lo sviluppo di un sistema universitario così complesso e articolato come il nostro". Secondo il Cun è improponibile anche la chiusura di fatto del sistema al reclutamento dei ricercatori, aggravata dagli interventi normativi volti ad esaurire la fascia dei ricercatori a tempo indeterminato.

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