6 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Università, a picco le immatricolazioni nel sud Italia

L’ultimo rapporto Almalaurea rivela che dal 2003 al 2015 le Università hanno perso nel complesso quasi 70 mila matricole (-20%): per il Sud la contrazione è del 30%, per il Centro è del 22%, per il Nord è del 3%.
A cura di Davide Falcioni
6 CONDIVISIONI
Immagine

Calano gli iscritti delle università italiane e ciò non è certamente un buon segno in un paese che, per tornare ad essere competitivo, ha bisogno di investire sulle intelligenze dei giovani e le competenze dei laureati: a denunciare la situazione è il nuovo rapporto Almalaurea, che segnala come a farne le spese sia, ancora, il sud del Paese. Ad incidere sono una serie di fattori: meno immatricolazioni, legate a un più basso tasso di passaggio dalla scuola secondaria agli atenei, ma anche più alta la mobilità di chi va a studiare altrove, con relative perdite in capitale umano nelle aree di partenza.

Credit: Almalaurea
Credit: Almalaurea

"Il costante calo delle immatricolazioni, che negli ultimi anni ha interessato l’intero sistema universitario italiano, sta interessando in modo differenziato i diversi territori – spiega Almalaurea. – A pagare il prezzo più elevato sono le regioni del Sud, non solo per la diminuzione più marcata di immatricolati, ma anche per i costanti flussi di mobilità dei giovani che dal Mezzogiorno scelgono di spostarsi per studiare nelle altre regioni del Paese. L’andamento delle immatricolazioni mostra che dopo l’aumento registrato dal 2000 al 2003 (+19%), legato soprattutto al rientro nel sistema universitario di ampie fasce di popolazione di età adulta, e nonostante la leggera ripresa registrata nell’ultimo anno, dal 2003 al 2015 le Università hanno perso nel complesso quasi 70 mila matricole (-20%): per il Sud la contrazione è del 30%, per il Centro è del 22%, per il Nord è del 3%". La crisi economica, dunque, ha avuto conseguenze serie non solo sui lavoratori e i pensionati, ma anche sulle ambizioni dei giovani che sempre men hanno optato per l'università.

Credit: Almalaurea
Credit: Almalaurea

Il dossier Almalaurea rivela che si è più propensi a spostarsi all'ingresso del mercato del lavoro che per ragioni di studio: i laureati benestanti sono comunque quelli più propensi a spostarsi e tra questi la mobilità maggiore è tra quelli del gruppo scientifico (43%) seguiti da agraria e veterinaria (42%) e dal linguistico (41%). Si spostano nettamente meno dei loro colleghi i laureati nei percorsi di insegnamento (25%), delle professioni sanitarie (26%) e giuridiche (27%). Per quanto riguarda le ripartizioni territoriali, su 100 laureati residenti al Nord, 7 emigrano per lavorare soprattutto all’estero; dal Centro, a spostarsi sono il 13% dei laureati, prevalentemente al Nord; il Sud perde oltre un quarto del suo capitale umano: il 26% lavora lontano dalla famiglia d’origine.

6 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views