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Unioni renziane, sesso in Comune e unioni a 3: gli emendamenti più assurdi al ddl Cirinnà

Tra i centinaia di emendamenti proposti al testo Cirinnà si parla di unioni suggellate tramite sms, fax o raccomandate, “amicizie rilevanti” e “associati che partecipano all’unione”.
A cura di Claudia Torrisi
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Dopo ore di polemiche, accordi saltati e discussioni, il voto sugli emendamenti al testo sulle unioni civili è slittato a mercoledì prossimo. Le proposte di modifica restano tantissime, nonostante il capogruppo della Lega Nord al Senato Gian Marco Centinaio sui 5 mila presentati ne abbia annunciato il ritiro del 90% (alcuni dei quali di questo tenore). Altri potrebbero essere accorpati o rientrare in un nuovo canguro – cioè con votazione per parti comuni – o dichiarati inammissibili dal presidente del Senato Pietro Grasso. Sul sito di Palazzo Madama sono tutti visibili.

Tra i più prolifici c'è il senatore di Forza Italia Lucio Malan (forse superato solo da Carlo Giovanardi). Il senatore ha innanzitutto proposto che con la Cirinnà si impegni il governo "a definanziare le iniziative dell'Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali (UNAR) che non riguardino le discriminazioni razziali" e a revocare il "documento denominato «Strategia nazionale per la prevenzione e il contrasto delle discriminazioni basate sull'orientamento sessuale e sull'identità di genere (2013-2015)". Dopodiché Malan ha deciso di inserire tra i suoi primi emendamenti una piccola crociata contro il gender, chiedendo che Palazzo Chigi si impegni a:

impedire la predisposizione della modulistica scolastica amministrativa e didattica «in chiave di inclusione sociale, rispettosa delle nuove realtà familiari, costituite anche da genitori omosessuali» e a non procedere o annullare l'accreditamento delle associazioni LGBT, presso il MIUR, in qualità di enti di formazione; come invece previsto dalla «Strategia nazionale per la prevenzione e il contrasto delle discriminazioni basate sull'orientamento sessuale e sull'identità di genere (2013-2015)»;

a non tentare di imporre ai mezzi di informazione o alle scuole il recepimento dell'ideologia gender o comunque il concetto per il quale i bambini non nascono necessariamente da un uomo e una donna, come si legge invece nelle linee guida;

a non elaborare in futuro documenti che riguardano tutti consultando unicamente associazioni LGBT

Dopo queste doverose premesse, si entra nel vivo delle proposte di modifica. Malan ha chiesto che in apertura all'articolo 1 venga aggiunto che "nel presente titolo sono trattate società economiche volte alla gestione domestica, non assimilabili alla famiglia o al matrimonio". Successivamente il senatore ha proposto di cambare il termine unione civile con "unione renziana", "società economica per la gestione di abitazione", o unione "economica di gestione domestica".

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Quanto alle modalità per sugellare questa "società economica" o domestica, Malan ha proposto di farlo tramite "messaggio di posta elettronica, fax o sms". Ma per non sembrare troppo sbrigativo ha aggiunto di "sostituire la parola: «dichiarazione» con le seguenti: «esibizione della documentazione di costituzione di società»". A questo punto è chiaro che il risultato non sarà un'unione civile ma un'"avvenuta costituzione di società economica", in cui si può anche precisare lo scopo: "alla sola ragione di gestire un'abitazione, ciò dichiarando".

Nonostante l'impegno di Malan, è stato il senatore Giovanardi a essersi dato più da fare con gli emendamenti, a partire da una ventina di diverse versioni di questo:

Al comma 1, le parole: «Due persone dello stesso sesso costituiscono un'unione civile mediante dichiarazione di fronte all'ufficiale di stato Civile ed alla presenza di due testimoni» sono sostituite dalle seguenti: «Due persone dello stesso sesso non possono contrarre matrimonio tra loro. Al fine esclusivo del riconoscimento del vincolo affettivo tra loro possono costituire un'unione civile, diversa e distinta dal matrimonio fra persone di sesso diverso, ai sensi dell'articolo 29 della costituzione e priva di valore giuridico, mediante dichiarazione di fronte all'ufficiale di stato civile ed alla presenza di due testimoni».

Il senatore centrista ha deciso di andare oltre le coppie omosessuali, chiedendo di sostituire il comma 1 con "Due o più persone dello stesso sesso costituiscono un'unione civile mediante dichiarazione di fronte all'ufficiale di stato civile ed alla presenza di dieci testimoni".

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Come suggellare queste unioni tra due o tre o più persone? Giovanardi ha avanzato diverse proposte. Ad esempio "due persone omosessuali (anche transessuali) costituiscono un unione civile quando dichiarano di voler fondare tale unione a mezzo reciproca raccomandata con ricevuta di ritorno in plico, ovvero a mezzo posta elettronica (eventualmente certificata) inviata per conoscenza all'Ufficiale di Stato Civile della residenza di entrambi". Ma, per il senatore Gal, più praticamente potrebbero dichiaralo anche "di fronte a un dottore commercialista" o anche "di fronte al Questore".

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Se il termine unioni civili dovesse risultare troppo pesante, ci sono un po' di alternative con cui Giovanardi ha proposto di sostituirlo, tra cui"comunità d'amore", "unione di seti menti" (non è un refuso, nel successivo si parla di "sentimenti"), "gruppo omogeneo", "amicizia civilmente rilevante", "amicizia civilmente fondante". L'importante è che i due non siano "sposati ovvero accompagnati, nemmeno all'estero o per alto ordinamento riconosciuto dall'ONU".

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Un'altra possibile modifica all'articolo 1 è che due persone possano costituire un'unione civile quando dichiarano di voler fondare tale unione di fronte all'ufficiale di stato civile "esclusivamente per interessi altamente meritevoli di riconoscimento da parte dell'ordinamento nazionale".

Si parla anche di persone "omosessuali e/o ovvero transessuali e/ovvero transgender e/ovvero queer"

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Una menzione la meritano anche le proposte a firma di Mario Mauro, senatore centrista, secondo cui la locuzione "dello stesso sesso" andrebbe sostituita con i più sobri "unite da vincolo amicale", "unite dal medesimo centro di interessi di cura ed assistenza reciproca", "unite dal medesimo centro di interessi solidaristici", "unite dal riconoscimento reciproco del diritto di mutuo soccorso" o "unite da reciproco riconoscimento di parità e dignità umana".

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Anche l'espressione "unione civile" potrebbe essere sostituita. Le proposte di Mauro sono "associazione con finalità di assistenza reciproca" o "associazione con scopi mutualistici". Ricordando che "Presso ogni comune italiano è istituito un elenco delle associazioni affettive non aventi finalità di tipo familiare". Dal momento che le unioni civili vengono rinominate, lo saranno anche le parti. Per Mauro si potrebbe parlare di "socio dell'associazione", più precisamente di "socio assistenziale dell'associazione", di "componente separata e distinta dall'altra dell'unione civile", "contraente dell'accordo di mutuo e reciproco aiuto" o di "associato che partecipa all'unione".

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