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Ungheria, il 2 ottobre referendum sui migranti: “Accogliere profughi come vuole l’UE?”

Gli elettori sono chiamati a esprimere la loro opinione sul piano della Commissione Europea per la ricollocazione di 160mila migranti entro il 2017. A Budapest ne dovrebbero arrivare oltre quasi 1.300, ma il premier Orban si è sempre detto contrario al programma.
A cura di Biagio Chiariello
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Il 2 ottobre si terrà un referendum europeo in Ungheria. Soggetto, l’immigrazione. In particolare, i cittadini ungheresi saranno chiamati decidere se accettare migranti giunti in altri paesi dell'Unione europea, in base ad un sistema di quote. “Volete o no che l'Ue possa obbligarci ad accogliere in Ungheria, senza l'autorizzazione del Parlamento ungherese, il ricollocamento forzato di cittadini non ungheresi?". E' questo il quesito del referendum indetto dal presidente della Repubblica ungherese Janos Ader. Una consultazione proposta dal governo di Viktor Orban, che si è detto sempre contrario alla politica europea della ripartizione in quote, e in questa sua linea ha trovato il largo consenso del Paese.  Lo schema prevede che, entro il 2017, siano suddivisi negli Stati membri circa 160 mila richiedenti asilo arrivati in Italia e Grecia. All’Ungheria dovrebbero andarne 1.249, anche se le procedure vanno piuttosto a rilento.

Secondo il premier, il piano di ricollocamento “viola la sovranità nazionale” e suscita timori per il possibile ingresso nel paese di “terroristi”.  L'Unione europea, ha dichiarato più volte Orbàn, "non può permettersi di prendere decisioni alle spalle dei popoli e contro la volontà dei popoli, decisioni che cambiano la vita dei popoli e delle loro generazioni future". Circa 400mila profughi e rifugiati sono passati per l’Ungheria nel 2015 prima dell’innalzamento del muro che ha chiuso i confini meridionali. Perché la consultazione sia valida, occorrerà che si registri un’affluenza del 50%, cioè di circa 4 milioni di elettori. C’è da dire il referendum sui migranti si terrà nello stesso giorno del secondo turno delle presidenziali austriache, annullate venerdì scorso dalla Corte costituzionale di Vienna in seguito al ricorso della destra ultranazionalista.

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