Una vittima di stalking denuncia: “Ha detto che mi ammazzerà, ma non ho paura”
È un racconto coraggioso quello fatto da Lucia a Bari, dinanzi a una folta platea intervenuta al seminario sul tema “Dalla violenza al femminicidio l’amore non c’entra”. Si tratta di un seminario organizzato nella sede della Provincia dal Coordinamento donne Cisl di Bari, Fnp Cisl barese, Anteas e Anolf che – hanno sottolineato gli organizzatori – è finalizzato a porre ulteriori basi per il sostegno delle vittime di maltrattamenti. E Lucia è, appunto, una di queste vittime. Ha parlato dell’ex marito e dei maltrattamenti subiti tra le mura domestiche: “Le botte – così Lucia – sono cominciate subito dopo il matrimonio. Mi sono sposata il 27 luglio del 1991 e a settembre, il giorno di Santa Addolorata, di domenica, pranzammo da mia madre e ci fu un litigio banale. Quando tornammo a casa mio marito mi picchiò e da allora non ha mai smesso per 18 anni”. Quel marito Lucia l’ha denunciato, nonostante le difficoltà, nel 2009 e dopo due mesi ha trovato il coraggio di mandarlo via da casa. Tuttora è in corso la causa per il divorzio. Ma, anche dopo la denuncia, il marito di Lucia ha continuato a minacciarla a distanza.
Le donne uccise da fidanzati e mariti – La donna ha avuto il sostegno di una comunità di Barletta che non le ha fatto più temere ritorsioni da parte del marito e lei, ora, dice di aver meno paura rispetto al passato anche se lui le ha sempre ripetuto che quando non ci saranno più gli avvocati l’avrebbe ammazzata. La sua testimonianza vuole essere un esempio per altre donne vittime di violenza che spesso non hanno il coraggio di denunciare i loro uomini. "Nel 2012 – hanno ricordato gli organizzatori dell'incontro – sono state uccise 124 donne in Italia, nella maggioranza dei casi da ex fidanzati o mariti, la sola Questura di Bari raccoglie in media due denunce a settimana, tra luglio 2011 e giugno 2012 sono state 257 le denunce presentate per stalking". Parlare di queste storie serve – continuano da Bari – anche per “obbligare la politica a tornare a occuparsene e serve soprattutto a non far sentire sole le vittime e a sostenerle”.