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Una tessera sanitaria per i migranti: al via il progetto europeo guidato dall’Italia

La card fa parte del progetto “Care”, guidato dall’Italia attraverso l’Istituto nazionale per la salute, migrazione e povertà – Inmp, al quale partecipano altre quattro nazioni europee: Grecia, Malta, Slovenia e Croazia.
A cura di Claudia Torrisi
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Il ministro della Salute Beatrice Lorenzin ha annunciato che sta partendo il "progetto tessere sanitarie ai migranti". Si tratta di una card elettronica, consegnata all'arrivo in Italia e in altri paesi d'Europa dopo la visita medica. Grazie a questo strumento, finanziato dalla Commissione europea per un milione e 800 mila euro, ha aggiunto Lorenzin, "si potrà anche evitare che dal passaggio del migrante da un paese all'altro si facciano prestazioni sanitarie non necessarie".

La tessera fa parte del progetto "Care", guidato dall'Italia attraverso l'Istituto nazionale per la salute, migrazione e povertà – Inmp, al quale partecipano altre quattro nazioni europee: Grecia, Malta, Slovenia e Croazia. Come spiega il coordinatore di "Care" e direttore dell'Unità operativa gestione progetti dell'Inmp, Gianfranco Costanzo, la tessera "inizierà ad essere consegnata ai migranti in arrivo a partire da luglio, negli hotspot di Lampedusa e Trapani ed in quelli degli altri Paesi partner", particolare Lesbo e Leros in Grecia e quelli in Croazia. Già da qualche giorno, un team di medici dell'Istituto è attivo nei centri siciliani. Oltra alla consegna della card – o di una "pennetta" per raccogliere tutti i dati sanitari – il progetto prevede visite ad hoc per la determinazione dell'età dei migranti più giovani – e stabilire quando si tratti di minori non accmpagnati – e anche l'utilizzo di un sistema software statistico per valutare il rischio di particolari patologie allo sbarco.

Secondo il direttore dell'Inmp, Concetta Mirisola, si tratta "di un piano per garantire, a regime, il monitoraggio della salute dei migranti". Un progetto, ha aggiunto, "importante che vede 15 partner e 5 Paesi Ue coinvolti. Come Inmp siamo presenti a Lampedusa con i nostri team di medici e mediatori culturali dal 2008 ma ora, con questo progetto, la nostra attività si arricchisce perchè entriamo in un coordinamento europeo che porterà alla raccolta di dati più ampi".

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