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Una storia d’amore e zoofilia: “Ho fatto sesso con una delfina e non me ne pento”

Sta facendo molto discutere il libro pubblicato da Malcolm Brenner, diventato famoso per la sua ‘storia’ con la delfina Dolly negli anni Settanta: “Quando mi toccò per la prima volta mi sentii molto imbarazzato. Lei mi si strofinava sui genitali”. Il 69enne spiega: “La zoofilia non dovrebbe essere vista in modo pericoloso”.
A cura di B. C.
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“Ho fatto sesso con una delfina e non me ne pento”. E' in Rete ormai da diversi giorno il documentario intitolato "Dolphin lover" che racconta la morbosa storia che vede protagonista Malcolm Brenner, un sessantatreenne americano diventato famoso per il suo rapporto intimo con Dolly. Sono gli anni settanta e l’uomo, all’epoca giornalista e fotografo, accetta la proposta di lavoro di una illustratrice che vuole redigere un libro sui delfini del parco acquatico Florida Land  a Sarasota in Florida.  Malcolm avrebbe dovuto semplicemente scattare delle foto da raccogliere nell’opera. Ma appena vede la delfina, n’è subito attratto.

“In realtà”, spiega Brenner nel documentario, “il primo scambio di sguardi avvenne mentre stavamo facendo un giro sulla barca usata dagli organizzatori per mostrare le attrazioni del parco ai visitatori. E’ lì che ci guardammo per la prima volta. Con lei ci seguiva e continuava a far salti altissimi di fianco a noi. Fino a quando rivolgendosi verso di me mi mostrò i genitali e io mi sentii subito in imbarazzo”.

Il rapporto con Dolly diventa col tempo sempre più hot: “Quando Dolly mi toccò per la prima volta – ricorda l’uomo – mi sentì molto imbarazzato. Non avevo ancora accettato di essere zoofilo. Cercavo di fare tutto il possibile per evitare l’animale, ma lei sembrava conoscere il mio segreto. Le sono voluti circa 3 o 4 mesi per convincermi. All’inizio era dolce e comunicativa, ma dopo i miei rifiuti divenne molto aggressiva. Provava a buttarsi su di me e strofinare la vulva contro i miei piedi e ginocchia. Qualsiasi sporgenza del mio corpo andava bene. Si voleva masturbare su di me”, assicura Malcolm.

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Un giorno il fotografo attende che gli spettatori se ne siano andati, si rituffa nella piscina dei delfini e vede Dolly: “Ad un certo punto penso ‘questo delfino mi sta corteggiando, posso fare sesso con lei, tentiamo’. Lei era come passiva. L’acqua era molto fredda e io molto nervoso”. Brenner affianca la delfina (“io ero in verticale, lei in orizzontale”) e due si accoppiano fino all’orgasmo. “Provavo come una sensazione di fusione con lei, ad ogni livello: emotivo, mentale, fisico, spirituale. Era come quando due creature si fondono in una sola. Non avevo mai avuto esperienze intime così intenso con nessuno. E’ stato qualcosa di trascendentale, cosmico. Dolly ha perfino emesso un gemito” ammette.  Ma quella di Malcolm e Dolly non è una storia da botta e via: “Fu la più grande intimità con qualcuno mai provata. E penso fosse la stessa cosa per Dolly. Da quando non c’è più mi sento terribilmente solo. Fui più innamorato di Dolly che di chiunque altro in vita mia”.

L’uomo è ben consapevole che la sua storia con la delfina possa essere interpretata come una cosa anormale, ma prova a spiegare: 150 anni fa i neri erano considerati una specie degenere e subumana. All’epoca il matrimonio misto veniva considerato come un crimine, tanto quanto oggi il sesso tra specie diverse. Spero che in futuro la zoofilia non sia vista in modo così controverso e pericoloso come all’epoca accadeva per il sesso interraziale”, conclude.

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