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Una relazione con un attore porno: l’installazione sui monitor della Quadriennale

Arte ed indagine nell’intricato universo femminile nell’opera shock di DER Sabina alla Quadriennale di Roma. La relazione con l’attore porno si trasforma in un’installazione di video performativi.
A cura di Redazione Cultura
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Un ritratto di DER Sabina in uno scatto di Daniele Innamorato
Un ritratto di DER Sabina in uno scatto di Daniele Innamorato

C'è una mostra alla Quadriennale di Roma, che in questi giorni sta facendo molto discutere, si tratta della sconvolgente opera di DER Sabina: 10 mesi con un attore porno, intitolata "Ehi Voi!" e a cura di Michele D’Aurizio. Non solo opera d'arte bensì una ricerca sociologica, da incentrare sul tema del desiderio femminile e del controllo. L’artista 36enne, milanese, ex modella e Dj, è conosciuta per il lavoro sul suo corpo, usato in maniera anticonformista oltre i limiti convenzionali, riprendendo la performativa della scuola tedesca di Marina Abramović.

 “È molto importante parlare di questo in Italia”

Queste le parole di DER che si spingono oltre ogni forma di censura. Il messaggio che l'artista vuole far passare è che la donna deve essere in grado di decidere per se stessa e per il proprio destino, inseguire istinti e desideri: ciò è reso artisticamente tramite un'installazione a 4 canali. L’artista ha chiesto ad un attore porno di avere con lei una relazione da poter riprendere e trasmettere sui monitor della Quadriennale.

Mettersi a nudo per raccontarsi

L’artista ha affrontato una dura prova non solo in nome dell'arte ma per ricercare delle verità, per indagare nella comprensione dell'universo femminile, forse spingendosi oltre i propri limiti che è quello che ogni artista dovrebbe fare per poter offrire un contributo autentico alla propria arte. Dare quel di più che sopratutto in ambito performativo fa la differenza a livello non solo artistico ma anche emozionale. Come spiega il curatore Michele D’Aurizio spiega:

Nell’installazione video il contatto sessuale è documentato ma unicamente attraverso la percezione visiva che l’attore restituisce dell’ambiente circostante.

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