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Un referendum per bloccare la costruzione della moschea di Pisa

La consultazione potrebbe aver luogo il prossimo novembre. In città è arrivato Magdi Cristiano Allam, pronto a sostenere le ragioni del comitato “No moschea”.
A cura di C. M.
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Un referendum per impedire la costruzione di una moschea a Pisa, il primo di questo genere in Italia. Sono già 1.794 le firme raccolte tra i residenti e il numero minimo per richiedere la consultazione cittadina è stato quindi raggiunto, anche se i promotori dell'iniziativa puntano a raggiungere le duemila firma "per essere sicuri" ed evitare possibili errori o ripetizioni, quindi la raccolta continua. Il progetto, approvato dal Comune di Pisa a guida Partito Democratico, prevede la costruzione di una moschea vicino al quartiere della comunità islamica della città toscana, Porta a Lucca, che è ormai in via di completamento. Un gruppo di residenti, però, non ci sta e quindi ha deciso di avviare la raccolta firme per chiedere che la costruzione e l'inaugurazione conseguente della nuova moschea vengano bloccate.

Stando alle indiscrezioni, se dovessero essere convalidate le firme e fosse raggiunto il numero minimo richiesto per la promozione della referendum consultivo, la consultazione verrebbe organizzata a novembre e, nel caso i residenti in massa dovessero propendere per il "no alla moschea", l'amministrazione comunale potrebbe anche riconsiderare l'intero progetto. O almeno, questo sostengono gli attivisti. "Secondo un sondaggio commissionato a Renato Mannheimer il 57 per cento dei pisani è contrario alla moschea. Non solo perché nascerebbe in un luogo sbagliato ad appena 400 metri in linea d’aria dalla Torre Pendente, ma perché sanno che le moschee sono luoghi a rischio radicalizzazione e non assorbono i piccoli centri islamici che sono nati in città", ha dichiarato Gianluca Gambini, membro del Comitato #Nomoschea e consigliere provinciale Fi. Alcuni dubbi sono sorti anche intorno alla questione "finanziamenti": il progetto è stato infatti finanziato da 4,5 milioni di euro di fondi "poco trasparenti". "Il Comune di Pisa ha venduto il terreno all’Ucoii (l’Unione delle comunità islamiche italiane), che ideologicamente rappresenta i Fratelli Musulmani, un movimento radicale islamico. I finanziamenti arrivano da una fondazione del Qatar, la stessa che ha versato all’Ucoii 25 milioni di euro per costruire 33 moschee", ha spiegato Magdi Cristiano Allam, giunto a Pisa per sostenere la campagna del comitato "No moschea".

Il referendum, come legge prevede, sarà però solo consultivo, il che significa che non ha valore "abrogativo" in sé per sé, ma è uno strumento che può essere utilizzato dalle amministrazioni comunali per orientarsi e comprendere che cosa vogliono i residenti del luogo. Il quesito, però, per non rischiare la bocciatura per incostituzionalità, non parla mai di "moschea", ma di progetto urbanistico. "Essendo improponibile perché discriminatorio quello sulla moschea si è puntato al quesito urbanistico. Un pasticcio, insomma, con il quale s’intenderebbe aggirare i tre articoli della Costituzione, 3, 8 e 19, che tutelano le libertà religiosa e di culto. E si andrebbe contro al diritto internazionale contro ogni discriminazione", ha spiegato il sindaco di Pisa, Marco Filippeschi.

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